31 gennaio 2007

Son partita all'alba, in treno.
La terra promessa, il luogo tuo ameno.
Ho con me un romanzo medioevale
che contrasta con la mia veste tardoadolescenziale!
Come gli uomini di Chaucer, vengo in pellegrinaggio,
ti cerco per ottenere la tua benedizione.
"Mi aspettano a Creta, un lungo viaggio!
Non posso crescere all'ombra del biscione!"
L'estate stava quasi per finire
eppure esalava ancora il suo calore
quasi a paradigma della nostra storia d'amore
"Sai non ho più voglia di partire...".
Quante volte sono tornata sul tuo Adriatico
attraverso il treno dei miei sogni, mnemonico.
Quante volte sono tornata sul quell'arenile,
alimentando nel cuore una speranza infantile.
Una passione mista a una confusa rabbia:
tu mi tieni lontana dalla tua spiaggia.

Le fasi della Luna: a W.B.Y.


Tu sai che non conosco le fasi della Luna
come poeta, io, non ho la tua fortuna.
Spirito Celtico! di un'isola tenace,
l'anima rinasce a cercar la sua pace.
Ranger's Town innalza sul cimitero indiano,
dove scorreva un fiume, io danzai con lo sciamano.
Fu un secolo fa, o forse poco più,
ma sento irresistibile il richiamo dei sioux.
E quando l'evo di mezzo era alla fine,
io fui una dama di liuti e crinoline.
E più lontano nel remoto profondo,
da filosofo greco spiegai l'origine del mondo.
Ma prima che Oriente e Occidente fosse
fui a Creta nel palazzo di Minosse,
presso l'altare del Principe dei Fiori,
a celebrar di Pasifae i bestiali ardori.
Contempo un piccolo cielo, tra le Alpi e il mare,
ma le fasi della Luna, io non le so narrare.

29 gennaio 2007

La madre dei cretini



La madre dei cretini, come diceva il buon Flaiano, è sempre incinta. Ecco a voi due soldati statunitensi di sede a Bagdad che come ameno passatempo non trovano niente di meglio da fare che prendere a sassate un povero cane paralitico. Probabilmente i due giovanotti si sono stancati di attaccare gli elettrodi a qualche prigioniero iracheno. Oppure il cane in questione essendo invalido non risultava credibile per essere aizzato contro dei detenuti inermi.
Sulla guerra in Iraq, proprio in questi giorni in cui si celebra a più riprese nei nostri palinsesti "la Giornata della Memoria", mi viene da pensare una cosa...anzi, molte.
Credo che chi fa del male gratuito ad un povero cane inerme non avrebbe alcuna remora a fare altrettanto innanzi ad un bambino o a un vecchio o a chiunque, ma il sentimento che mi ispirano questi due deficienti, non è l'odio, piuttosto la pietà. Ho pietà per questi due perchè presumo che non abbiano conosciuto nella loro infanzia, nella loro adolescenza l'amore per un animale e soprattutto perchè la distesa desolata di Bagdad è nulla rispetto al deserto d'affetto in cui sono cresciuti.
In ogni caso presumo sia opportuno protestare per il comportamento di questi nostri "alleati" e lascio dunque l'indirizzo del sito che raccoglie le firme, per chi volesse a quell'indirizzo c'è anche il video, fa male, però lo consiglio. E forza con il copia-incolla!

http://www.thepetitionsite.com/takeaction/824381310

26 gennaio 2007

Cuore e la gatta Piera


Non mi ricordo di preciso quando quando lessi per la prima volta Cuore, ma senza ombra di dubbio lo acquistai in un'edicola di Pisa. La fortuna editoriale di quel settimanale "verde bile" ha coinciso con i miei primi anni di università, quelli in cui comunemente si è più propensi nel vivere a pieno la vita universitaria, come un momento culturale che non resta confinato nel binomio lezioni-esami, ma più in generale si è ricettivi e critici verso una più ampia gamma di istanze a carattere sociale. Io frequentavo la facoltà di Filosofia e nonostante mi sia tenuta alla larga da collettivi, assemblee e occupazioni, tutte realtà che ho vissuto come una sorta d'impiccio tra me e la "mia" laurea, non disdegnavo a titolo meramente individuale, coltivare la mia coscienza politica. Così leggevo avidamente quel giornaletto satirico che denunciava, attraverso le sue vignette, le esilaranti rime di Stefano Benni, gli editoriali geniali di Michele Serra, tutta una serie (biapartisan) di personaggi politici che ammorbavano il Paese. Altri tempi, comunque. Poi c'era il Giudizio Universale sul paginone finale in cui si votavano i 5 motivi per vivere, "la Pace" non spiccava in vetta alla classifica, forse perchè all'epoca l'Italia non partecipava a tutte quelle missioni di pace che si fanno oggi. Anzi penso che "la Pace" fosse di gran lunga superata nella classifica da, testuali parole "quella cosa rosa e pelosa che fa rima con Cossiga".
Tra le tante copertine voglio ricordarne una memorabile che recitava "COCCIOLONE IN MANO AI CROATI:ma allora è un vizio". Mi ci sono fatta pure una foto in piazza a Nicola con quella copertina.
Quelli di Cuore organizzavano tutti gli anni a luglio, badate bene a luglio,una festa nelle campagne di Montecchio, un paese tra le province di Parma e Reggio,avvertendo tuttavia a più riprese i lettori che ivi avrebbero saggiato un caldo spossante , buono solo per "le zanzare grandi come elicotteri" che ci aspettavano fameliche. Di questi due particolari non parlai ai miei amici, ma magnificai solo la giornata "alternativa" che ci attendeva. E così partimmo una domenica mattina dal Motel Agip di Sarzana , eravamo in 8 su due Pande e cioè: la Paola e Riccardo (che all'epoca erano fidanzati), una bellezza mora, la Laura, una bellezza bionda, ovvero la Micky, mio fratello Luca, il tipo con cui stavo, tale Ilic (uno a cui i genitori avevano dato il nome di Lenin "poeo fante!"), il Pino ed io.
I dettagli non li ricordo, ma mi ricordo una giornata bellissima, non voglio dire un po'freak perchè non è il termine esatto, ma mi colpì insieme a quella folla di persone giovani la partecipazione di tanti anziani del posto: roba che se da noi organizzi un raduno un po' rave così col cavolo che li vedi tutti insieme a suonare la chitarra, a cantare o semplicemente a chiacchierare...un'altra cosa che mi è rimasta impressa in quel raduno di umanità variegata, che nessuno passasse a questuare spiccioli o a scroccare sigarette. Ilic si comperò un libro sulla vita di Togliatti. Secondo me deve leggerlo ancora adesso. E io finalmente votai per il Giudizio Universale innanzi ad un gigante rasta dagli occhi azzurri (si, quello me lo ricordo...) e al primo posto dei miei 5 motivi per vivere misi la mia adorata gatta Puzzola. Gli altri 4? Cose contingenti a quel periodo. Rattonammo tutto il giorno tra gli alberi e il prato e quando dalla festa muovemmo per andare a cena a Parma, eravamo sporchi, stanchi e stazzonati tanto che i pochi residenti del ducato che ci incrociavano (era domenica e tutti gli altri erano accalcati in autostrada al ritorno dal mare) ci guardavano male. Il Pino ci fece fare mezza Parma a piedi, ovviamente, prima di farci approdare in un bar "che conosceva lui" dove consumammo dei tost tristi. Ma la giornata fu bellissima comunque.
A casa al ritorno ebbi una sorpresa, una mia gatta, per la precisione la sorella della Puzzola, una gatta nera a cui non ci siamo mai premurati di dare un nome e alla quale i veterinari a fronte di una pancia enorme, seppero diagnosticare "un brutto male", aveva dato alla luce 6 gattini neri . Di quella cucciolata oggi, a distanza di 15 anni dalla festa di Cuore, resta una micia nera che si chiama Piera, bella, forte, ma un po'anarcoide, nota frequentatrice dei gatti più malfamati del circondario, non viene se la chiami, viene quando accidenti vuole lei.Capace di star via giorni interi e poi tornare a casa, rimpinzarsi e piombarsi poi in un sonno efesino. La Piera è nata quel giorno che noi siamo andati alla festa di Cuore e di quella festa, mi piace pensarlo, ha assunto l'indole.

24 gennaio 2007

Sulla passiflora



La passiflora si può scegliere per diversi motivi. In primo luogo perchè il suo fiore è bellissimo, come attesta questa foto, forse si può dire che quello della passiflora è uno dei fiori più belli in assoluto. Non è un caso che una nota marca di prodotti per il giardinaggio, la Fito, l'ha scelta come testimonial per una campagna pubblicitaria. L'esemplare nella foto è quello più diffuso nel nostro Paese e direi pure quello più economico, o meglio credo che non abbia valenza commerciale, perchè è piuttosto facile reperirla tramite qualche conoscente, piuttosto che acquistarla in vivaio. Questo tipo di passiflora, se è posta a dimora a terra e non in un vaso, si distingue per le sue capacita prolifiche, ragion per cui qualora vi trovaste una discreta prole della medesima in giardino, invece di estirparla come fa qualcuno, mettete piuttosto le singole piantine in un vasetto, in attesa di una nuova collocazione, perchè è davvero un peccato perderle. In uno dei miei manuali ho letto che la passiflora va esposta a sud, tuttavia la manualistica per forza di cose è un po'generica, perchè tende a dare suggerimenti "in generale", ma il nostro Paese ha una varietà mi microclimi tale, che la stessa pianta non si può coltivare allo stesso modo da Milano a Palermo! Ad ogni buon conto la passiflora ha bisogno di luce.A casa dei miei c'è una passiflora come quella della foto rigorosamente esposta a nord, ma è tutelata alle sue spalle da il muro che le fa da sostegno. Nella mia casa coniugale ne avevamo una spettacolare arrampicata per diversi metri lungo la recinzione esposta a est, che si era fatta strada in mezzo ai pseudo-gelsomini. Purtroppo invece di cimarla per ridurne l'esuberanza, come sarebbe stato saggio fare, "qualcuno" l'ha eliminata temendo che danneggiasse quegli insulsi gelsomini. Da quello scempio ho salvato qualche piantina. Un esemplare strinato con poche foglie, lungo non più di 50 cm che misi a dimora nell'ottobre del 2005, adesso prospera sotto la mia veranda, allungando allegramente i suoi tralci verdi sulle scale e sul muro. La scorsa estate non ha prodotto i fiori, credo per un difetto di gioventù, ma penso che quest'anno non si farà desiderare. Io non sono intenzionata a farci niente, cioè, non voglio somministrarle fertilizzanti, almeno per un bel po'di tempo,perchè pare che la inducano a produrre più foglie a discapito dei fiori. Tanto meglio, come tutte le nature un po'selvagge, la passiflora per dare il meglio di se, va lasciata un po'per i fatti suoi. Riepilogando i pregi di questo rampicante : bellezza, economicità, capacità di adattamento sia a terra che in vaso e perchè no, anche una certa autonomia di gestione che la rende idonea ai giardinieri pigri!

21 gennaio 2007

Un ricordo degli anni '80...rinnovato molti anni dopo!


Come scrisse qualcuno molto più autorevole della sottoscritta: "gli anni '80 non mi sono mai stati simpatici". Nemmeno a me. Volenti o nolenti ci siamo dovuti adattare e tutto sommato forse qua "nella provincia denuclearizzata" un po' siamo riusciti a sgammarli.Però per tutti noi che abbiamo dato il primo bacio e combinato pure qualcos'altro prima della caduta del muro di Berlino, la notte del 12 luglio del 1982 è stata ...oddio, non trovo le parole! Il mundial di Spagna è stato un punto di rottura tra le generazioni: o l'avevi vissuto, avevi fatto casino fino a notte fonda per le strade, avevi giurato eterna devozione a Paolo Rossi. Oppure eri semplicemente uno di quelli che sono venuti "dopo", con il torto di essere troppo giovane per capire.
Puntualizzo una cosa: non amo particolarmente il calcio, anzi per tutta una serie di motivi non troppo originali penso che venga strumentalizzato per sancire un dominio di "molti" sulla "maggioranza". Trovo inoltre profondamente ingiusto che ovunque ci siano campi di calcio per far giocare i maschi, sovente a spese della collettività e se uno ha una figlia femmina deve pagare di sua tasca per fornirle occasioni per fare attività sportiva. Perchè il calcio, quello giocato, almeno, è roba da maschi. Se credete nella favola delle giocatrici femmine, fatevi un giro nei campetti di periferia: altro che quote rosa!
E non mi piacciono nemmeno i vincitori d'anticipo o meglio, quelli che partono tutti pompati e il più delle volte però se e tornano a casa con le pive nel sacco. Gli Italiani per vincere i Mondiali devono assomigliare più che a odierni gladiatori a una sorta di armata Brancaleone, così è stato nel 1982, come 24 anni più tardi.
Durante gli ultimi mondiali ero in Francia e si sa che all'estero si è più sensibili all'amor patrio e così all' indomani della vittoria degli azzurri contro l'Ucraina mi sono levata la soddisfazione di andare a leggere il giornale nel "nostro bar", praticamente il Bar Penny della Provenza. Lo so che nella foto ho una faccia che lascia a desiderare, però le gambotte non sono male,eh? Insomma non è che il mio consorte, Apua ed io passassimo proprio inosservati da quelle parti e così mentre leggevo nel bar della vittoria dell'Italia, gli avventori mi mormoravano alle spalle "Ucraina est facile"...a mio giudizio, io la partita mica mi son presa la premura di vederla, non era per niente scontato, dato che la motivazione anche economica di vincere, di mettersi in mostra è più ragionevole che l'abbia una squadra dell'ex Urss, che non dei giovanotti occidentali già sazi di veline e di contratti megamiliardari!
Nei giornali francesi che leggevo in quei giorni imperversava colui che se fosse nato ad Ortonovo, si sarebbe beccato fin dalle elementari l'appellativo di "Chiocone"... scrivevano delle cose assurde, ci mancava poco che lo dipingessero come un novello Pitagora con il dono dell'ubiquità e una coscia d'oro...
Nemmeno la partita contro la Germania ho visto, quella sera ho passato in rassegna una ad una tutte le bancarelle di un mercatino artigianale: oddio, c'avevo anche provato a star seduta al bar, ma c'erano dei bambini tedeschi con le facce pitturate dei colori della loro nazionale che facevano un casino insopportabile e così ho preso la strada del mercatino, rimanendo confinata là per tutto il tempo della partita...ad un certo punto un ragazzo si è rivolto alla barcarella di un giovane tedesco e gli ha fatto un gesto universalmente conosciuto battendo la mano destra sull'avambraccio sinistro, esclamando "Toh Allemagne!". Allora ho intuito che l'Italia aveva vinto e con il mio bel abitino provenzale, con al guinzaglio la mia deliziosa cagnolina, con tutta la classe di cui assicuro potevo disporre ho iniziato a cantare "una mattina mi son svegliato o bella ciao..." proprio lì, nel mezzo del mercatino, tra l'ilarità generale. Sono andata al bar e ho incrociato i bambini tedeschi e mi è dispiaciuto vedere la bimba che piangeva, è stato un attimo, ma ho ripensato ai miei 12 anni, a quanto era stato bello nel 1982 e mi sono fermata a dirle che non doveva piangere, che è solo un gioco...
Il mio mondiale è finito qua. La notte del 9 luglio ero al lavoro e mi sono persa la festa. Ma il mio rimpianto è un altro: non aver mandato "per buon ricordo" una cartolina agli amici del bar!

La Libertà e L'Amore




Due bellissimi ritratti miceschi fatti da Catia, la fanciulla che fotografa i gatti...ma anche i cagnolini carini! Nella foto in alto, colto in un momento di relax, ecco a voi Titti, il gatto di Catia. Titti era il micino più debole della sua cucciolata, sembrava che il destino lo desse per spacciato, ma più frequentemente rispetto a quanto accada a noi bipedi, la sorte dei nostri piccoli amici, può improvvisamente capovolgersi e indirizzarsi al meglio. Titti adesso è il cocco di casa, accudito amorevolmente da Catia e dalla sua famiglia. Intendiamoci, non è facile tenere un gatto giovane e pieno di vita in un appartamento, se pur munito di un bellissimo terrazzo...qualche volta Titti ha voglia di scappare, tuttavia i bocconcini prelibati, una casa comoda e calda e soprattutto tante coccole hanno la meglio sulla sua voglia di libertà. Del resto la Libertà e l'Amore sono le due alternative della nostra esistenza, per la maggior parte degli individui, l'adesione ad uno di questi valori, comporta la limitazione dell'altro. Poi ci sono quei fortunati che nella vita beneficiano sia della Libertà che dell'Amore, è il caso di Sexy Sissi, la maliarda dagli occhi verdi, colta in uno dei suoi frequenti istanti di lavoro concettuale. Anche per Sissi la sorte da un giorno all'altro è diventata benigna, rendendola da quella povera trovatella magrissima che era, una bellissima principessa coccolata e supernutrita. Sissi fa i suoi giri sugli alberi, compie misteriose scorribande notturne, ma non ci pensa minimamente ad abbandonare la sua reggia principesca con il suo enorme giardino, dove ... ad ogni turno di lavoro c'è sempre qualcuno che apre una bustina di kit e kat e le allunga una carezza. Sissi non ha un padrone, ha invece intorno a se un gruppo di persone che le vogliono bene e anche se commentano che è un po'cicciotta, si avverte nel tono della loro voce un certo compiacimento, come quando, e capita spesso, qualche bambino si ferma ad ammirala: ah, la Sexy Sissi!

19 gennaio 2007

...il garofano fiorito in tua assenza...

Il titolo di questo post è tratto da un verso di una poesia bellissima del mio amico Franco Romanò. Mi sono interessata ai garofani proprio in seguito alla lettura della poesia di Franco. Già in passato mi era accaduto qualcosa di analogo, quando avevo cercato gli agapanti sulla scia di un testo di Vasco Bardi, d'altro canto sempre uno dei suoi versi mi ha mosso una timida simpatia verso un fiore che ordinariamente tendo a snobbare e ho preso dunque atto che "anche i gerani sui balconi hanno il loro significato". I miei Poeti mettono i fiori nelle loro poesie, io faccio l'esatto contrario, raccolgo i fiori dai loro versi e li pianto in giardino. Scriverò in futuro sui miei agapanti che adesso tollerano l'inverno in angoli riparati del giardino e ahimè, hanno pure qualche foglia ingiallita, che a vederla mi fa male!Adesso è dei garofani che voglio parlare e penso che Franco ha avuto un certo coraggio a metterne uno in una sua poesia, perchè voglio dire, lo sanno tutti che il garofano è legato a una simbologia politica di cui è scomodo parlare, invece per Franco il suo garofano era un fiore che aveva in casa, che nonostante fosse stato trascurato era fiorito, a testimonianza che non era lui "la sua vita"...cioè, la forza vitale del fiore in generale, della Natura dunque, va oltre la nostra presenza, il nostro "fare o non fare", il nostro sentirci "res cogitas" che domina sulla "res extensa". Presumo che secondo Franco questa scissione cartesiana non valga affatto, io stessa sono di quest'opinione.
Ad ogni buon conto lo scorso anno ho acquistato un discreto numero di garofani. A casa dei miei mi sono divertita ad alternarli in fioriere a muro per colore secondo uno schema : fucsia-bianco-fucsia , mentre ho cinto la ringhiera del pianerottolo coni garofani di un bel rosa antico: il tutto messo dentro vasi rettangolari che nel complesso garantivano un aspetto ordinato, quantunque insolito, proprio perchè i garofani oggi non si usano più. Nella mia casa coniugale le cose sono andate diversamente, perchè ho messo le singole piantine in ciotole di coccio e dopo la prima generosa fioritura successiva all'acquisto, hanno stentato per tutta l'estate, regalandomi pochi fiori alla volta. Sarà stato il caldo eccessivo, o meglio, l'alternanza repentina tra la condizione di arsura e l'umidità delle annaffiature generose. Ho temuto che ci fosse un problema di collocazione, allora ho spostato a più riprese le ciotole, fino a quando non mi sono stufata e le ho mollate in un angolo al loro destino di piante capricciose e pigre. E adesso? I miei garofani sono al sole al ridosso di un muro e nonostante siamo a fine gennaio, continuano a emettere nuovi fiori., senza che io mi occupi di loro. Il tepore di quest'inverno anomalo, le annaffiature rade e provvidenziali di acqua piovana hanno creato una condizione loro favorevole e se quest'estate li snobbavo per quei tre o quattro fiori che mi regalavano per volta, a fronte della generosità di tante annuali come le tagete, le petunie e le zinnie, adesso sono a loro molto grata, sapevo già che non avevano bisogno di essere ricoverati durante l'inverno, senza quindi quel trambusto che impongono ad esempio i gerani e che anno dopo anno sarebbero tornati a fiorire, ma chi si sarebbe immaginato un inverno così? Ho fatto pure un paio di talee che hanno attechitto senza discussioni e senza impegno da parte mia. Mi sa tanto che Franco nella sua poesia ha delineato forse inconsapevolmente un valido principio di giardinaggio: i garofani vanno lasciati stare per i fatti loro!
Per il blog di Franco Romanò, capitolo di grande letteratura on-line rimando a
http://www.bloggers.it/zeppo1947/index.cfm

17 gennaio 2007

Ancora sull'agave...

Ho trovato un'agave.Non è che le piante vadano in giro come cani e gatti che si perdono e poi qualcuno le trova...mi spiego meglio:l'ho trovata in un luogo che a più riprese è stato il mio "giardino segreto".Da lì, da due anni a questa parte ho attinto quasi di tutto. Da lì: i miei adorati agapanti, estratti con non poca fatica dal suolo prima che arrivasse l'escavatore a farne un cumulo di rifiuti. Da lì le robustissime echeverie, le cui geometrie mi fermo spesso ad ammirare . Da lì alcune succulente che ho trovato gettate a terra, alla rinfusa, spesso coperte da uno strato di foglie in decomposizione. E poi ancora in disordine sparso: anemoni, canne ornamentali, semi di malvarosa, minuscole palme, iris bianchi e gigli rosa e molto altro ancora. Presi pure una piccola agave stazzonata, che da due anni a questa parte sta crescendo dignitosamente in un bel vaso, mentre lasciai lì l'agave madre da cui avevo preso quel pollone. Ieri, per l'ennesima volta in due anni, sono tornata lì, ci sono ancora molte piante che vivono di vita propria, radicate a terra, nessuno o quasi contrasta il loro sviluppo naturale. Lì è rimasta solo lei, l'agave madre, riversa a terra,all'ombra, lei che vorrebbe il pieno sole, con le radici divelte, le poche foglie rimaste quasi per intero compromesse. Eppure ancora viva. L'ho portata via un po'titubante, ma anche la Ely ha insistito, forse pure a lei faceva un po'pena questa povera pianta che nonostante tutto, voleva continuare a vivere.
Così stamani le ho tagliato le parti compromesse delle foglie e l'ho messa quindi a dimora in un bel vaso nuovissimo in cui ho mescolato terra ad argilla espansa e l'ho piazzata contro casa perchè abbia riparo dai venti e un minimo di tepore in più. Credo che mi sia grata. Ma soprattutto penso che debba essere riconoscente verso se stessa, perchè non le è mai mancata ,nonostante tutte le vicissitudine subite, la volontà di vivere.

16 gennaio 2007

Tanti Auguri APUA!!!


Eccoti, piccolo cane felice, per le vie di Sarzana insieme alla tua mamma e al tuo papà! Scommetto che adori questa vita canina che abbiamo iniziato insieme proprio un anno fa! Appena ti ho preso in braccio hai scainato, perchè tu, meraviglia delle meraviglie, hai come unico "difetto", a parte una spiccata ingordigia, il timore che ti si possa far male. E così zili per niente, o meglio,zili preventivamente. Come quella volta che Lucio ha battuto un pacchetto di spaghetti sul tavolo per aprirli e tu sei scappata via a nasconderti chissà dove e Paolo ed io in lacrime a cercarti disperati. Capisco questi tuoi timori, tu sei piccola e ti sei dovuta difendere da sola più di una volta in quella dolorosa tua parentesi di vita da "randagia di Bucarest". Poi sono arrivate le volontarie di SAVE THE DOGS, che non ringrazierò mai abbastanza e tramite loro sei arrivata finalmente qua, in quella famiglia, in quella casa, che il tuo piccolo cuore di cane desiderava da sempre.
Ti chiamavi "Ela", ma io ti ho voluto "Apua" con un nome così forte, carico di Storia e dignità. E modestamente Apua è proprio un bel nome!
Anche stamani ci siamo regalate una passeggiata lungo il Calcandola, hai scambiato due effusioni con un bassotto, abbiamo dato la pappa ai gatti randagi e nel nostro giro mattutino abbiamo sbirciato nei giardini altrui. Sai penso tuttavia che il regalo più bello tu l'abbia riservato al tuo papà, lui a differenza mia infatti non conosceva le virtù dell'amor canino (o gattino), il tuo papà che la prima volta che ti ha vista in foto ha commentato "carina quella lì", adesso ti ha sempre con se e insieme vi dedicate a un sacco di cose. Mondo cane! Speriamo che anche le tante tue sorelline che sono rimaste in Romania possano avere le nostra fortuna!
http://www.canibucarest.it/

11 gennaio 2007

Per fare un albero...


Ho letto su Gardenia un'iniziativa bellissima ideata da Wangari Maathai, una signora keniota esperta di politica ambientale, che nel 2004 è stata insignita del premio nobel per la pace! Il suo progetto, patrocinato dalle Nazioni Unite (patrocinato appunto, non finanziato pare) prevede di piantare nel corso del 2007, niente meno che 1 miliardo di alberi al fine di contrastare le emissioni di anidride carbonica, vale a dire per scongiurare l'effetto serra. Il progetto si propone l'adesione dei singoli, delle Comunità, delle Istituzioni.
Nel nostro Paese le adesioni stentano ad arrivare, ed è un vero peccato. Personalmente proporrei l'obbligo di piantare un albero per ogni auto acquistata e sarebbe comunque ancora poco. Forse sarebbe più gradito a tutti comunque, commutare il pagamento del bollo auto, con una serie di alberelli da piantare, già, ma dove? E poi che tipo di alberi? Non è che uno può farsi una foresta sul balcone. Poi c'è il rischio che se uno si azzarda a piantare un ramoscello in una landa pubblica abbandonata da Dio e terreno di spacciatori e prostitute, come minimo si ritrova imputato di appropriazione indebita. Però chi può, chi ha uno spazio suo, si dia da fare! Personalmente non ho ancora deciso che albero scegliere, sono indecisa tra un pero o una thuja (un tipo di cipresso molto comune), di quest'ultima specie, in particolare, ne ho giusto un paio di esemplari in vaso. Le conifere in generale non rientrano nelle mie simpatie, ad eccezione appunto dei cipressi, che sono ottime piante anti-smog. Però sono tentata di piazzare abusivamente delle piante di alloro lungo le sponde del Calcandola, o in un altro posto che non voglio assolutamente rendere pubblico. L'alloro è una pianta robustissima,quantunque io conosca personalmente una giovane fanciulla che ha il talento d'averne fatto fuori un esemplare, tuttavia circa la sua capacità di distruzione delle piante, di tutte le piante, si sono consumate intere puntate di SuperQuark. Io voglio un albero che costituisca anche un nido per uccellini e piccoli animali, per questo i fitti rami sempreverdi della thuja mi sembrano adatti allo scopo. Ad ogni buon conto ho da parte dei semi di quercia che conto di mandare a germinazione, in futuro, chissà...
Tornando a Wangari Maathai e al suo bellissimo programma di ossigenazione del pianeta, mi auguro che anche in Italia qualcosa si muova, a me sembra bello, proprio bello, che ciascuno di noi, con un poco d'impegno , possa dare il suo contributo. Bastano due euro per un alberino, oppure anche un solo seme e un po'di pazienza.
Doverosamente segnalo l'indirizzo da cui possono essere attinte tutte le informazioni.
http://www.unep.org/billiontreecampaign/

10 gennaio 2007

A Ugo



Lettera a G di L. Ligabue

Se ti scrivo solo adesso un motivo ci sarà
non è mica san Lorenzo
non ci sono stelle matte
su 'sta piccola città
non ci sono desideri da non dire come tempo fa
il destino ha la sua puntualità
hai lottato come un uomo con la brutta compagnia
che non eri mica stanco
che nessuno mai è pronto quando c'è da andare via
hai pregato bestemmiando per la rabbia per tutta l'agonia
per le scelte che stava facendo dio
non ci sono più i petardi
e nemmeno il diario vitt
le bambine occhiate in chiesa sono tutte quante spose

sono tutte via da qui
non si affaccia più tua madre alla finestra a urlare "tòt a cà"
non c'è neanche più la tua curiosità
dove sono le ragazze che sceglievano fra noi
e dov'è la nave scuola che hai confuso con l'amore
e forse lo era più che mai
non c'è più la pallavolo e i tuoi attrezzi non c'è più l'hi-fi
non ci sono più tutti quanti i tuoi guai
quando hai solo diciott'anni quante cose che non sai

quando hai solo diciott'anni forse invece sai già tutto
non dovresti crescer mai
se ti scrivo solo adesso è che sono io così
è che arrivo spesso tardi
quando sono già ricordi che hanno preso casa qui
non è vero ciò che ho detto: qua c'è tutto a dire che ci sei
fai buon viaggio e poi poi riposa se puoi

07 gennaio 2007

Due invettive


Un vago desiderio d'incontrarti guida il mio cammino.
"Cosa fai da queste parti?" "Abito qua vicino."
Ti presento il mio cane, di cui vado orgogliosa
"Cosa fai nella vita, lavori...o cosa?"
"Vai ancora a scuola ala tua età?!"
"Studio Filosofia, all'università."
"Filosofia...e quando finisci cosa ci fai?"
"intanto mi laureo, poi non si sa mai."
"Filosofia...e cosa studi precisamente?"
"Studio di un monaco un po'puritano
che lancia anatemi sul concepimento umano.
E studio anche Yeats, il vate irlandese,
anch'io scrivo versi, ma senza pretese..."
Scrivere versi, a te sembra strano,
tu non lo conosci il mio guidogozzano!
Questo mio mondo,l'hai sempre ignorato
nella tua boria da illetterato!
"E quella per cui m'hai lasciata?"
"Ancora questa storia, non l'hai dimenticata?"
"Ti devo salutare, il cane mi trascina."
"Sai volevo dirti,ti sei fatta più carina..."


Un'insana aridità ti spinge in modo perverso
a sottomettere il testo a un attenta lettura del verso,
in quella fluenza che in te è pura
di cui è incapace la mia italica natura.
Estrapoli, analizzi, circoncidi il lemma
con la tua proverbiale flemma,
mal si concilia tutto il cicisbeo,
con il mio poetico "furor" plebeo!
E se Yeats giudicasse noioso
tutto il tuo lavoro cavilloso?
Se Yeats passasse di qua (1)
che sdegno avrebbe della tua università!
E se si capovolgessero le sorti, per uno scherzo villano(2)
e io ti imponessi di leggere in rima il mio guidogozzano?
Ma anche così non ci sarebbe comprensione,
perchè io faccio poesia, tu vivisezione.

note
1)il testo rimanda alla poesia di Yeats "The Scholars", ove ai vv 11-12 leggiamo "Mio Dio, che cosa direbbero se il loro Catullo passase di qua?"
2)Il rimando è alla poesia di Yeats "On a Picture of a Black Centaur by Edmond Dulac", dove al verso 4 leggiamo "conoscevo lo scherzo villano, lo sapevo micidiale"

06 gennaio 2007

Cronache del Super Cane Margot


Ecco un'immagine del Super Cane Margot, ciò che bisogna dire, va detto:Margot è proprio bella! L'immagine è stata scattata il 24 dicembre scorso e ritrae il caninide nel salotto di casa, mentre attende l'arrivo di Babbo Natale. Da quella notte nessuno ha avuto più notizie del simpatico vecchietto, la trasmissione Chi l'ha Visto, che si sta occupando del caso, ha registrato la sua ultima apparizione a Baccano, ma è certo che Babbo Natale non è mai arrivato in località Termo. Due renne sbronze sono state rinvenute in una cantina di Masignano, ma non hanno saputo fornire notizie al riguardo. Per il momento gli esiti della perquisizione della cuccia di Margot non hanno fornito particolari certi agli inquirenti, le attenzioni si sono concentrate su un paio di brache maschili di colore rosso, che potrebbero appartenere allo scomparso, ma una vicina di casa giura che sono quelle che indossa suo marito a capodanno come portafortuna e che Margot le ha fregato insieme all'ultimo bucato. Il ritrovamento nella cuccia di due tovaglie,quattro lenzuola, un piumone matrimoniale e cinque paia di calze a compressione graduata, sembra accreditare questa testimonianza.Margot non è nuova ai fatti di cronaca, il WWF, infatti, a cui si deve la gentile concessione di questa foto, ha lanciato fin dalla scorsa estate l'allarme sul fenomeno-Margot, quale causa principale dell'estinzione delle tartarughe e ha creato un apposito sito internet per tutelare gli esemplari elbani, si veda in proposito l'indirizzo: http://wwf.emergenza.tartarughe. Margot. Super.Cane.org
Ora che Margot si volesse effettivamente mangiare la tartaruga in questione, non possiamo saperlo con certezza, tuttavia, le spiegazioni fornite del caninide non convincono, quantunque ella sostiene d'aver agito in preda ad un raptus apollineo, e quindi sentendosi la diretta reincarnazione del dio Ermes, voleva utilizzare il guscio di tartaruga per farne una cetra.

03 gennaio 2007

Note sul Super-Cane



Il Super Cane che ho citato negli auguri di Natale, è il cane della mia amica Donatella. In attesa della sua foto, devo assolutamente comunicare al mondo che il quadrupede in questione si chiama Margot. Il caninide ha circa 1 anno e 1/2, attualmente il suo peso mi è ignoto, però ricordo che intorno ai 9, 10 mesi, veleggiava già sui 40 kg. Il suo sviluppo strabiliante si spiega con la ricercata alimentazione che Margot si procaccia direttamente da se, fin dalla più tenera età. Riottosa ai mangiarini domestici, che in quante cane unico, ergo viziato, le vengono somministrati, anzi, pare che a più riprese Margot lasci intonsa la sua scodella, ella preferisce nutrirsi attingendo al bucato di casa steso ad asciugare. Il suo piatto preferito sono le magliettine della sua padroncina, a patto che siano all'ultima moda, possibilmente dopo averle trascinate, unitamente a tutta la biancheria di famiglia, nel cortile di casa; in caso di pioggia invece ella si dirige con tutto il suo appetitoso carico di leccornie, direttamente nell'orto dei nonni. Al ritorno dalle sue scorribande gastronomiche, la dolce Margot, ritorna innanzi all'ingresso di casa, ove trascina in lungo e in largo gli indumenti coperti di fango, cogliendo l'occasione propizia per condividere uno spuntino con i suoi padroncini, piazzata ovviamente sul divano.
I pettegolezzi sulla sua vita sono pochi, pare che lo scorso anno ebbe una relazione con un chihuahua, ma dopo che ella lo trattenne a forza di zampate nella sua cuccia, di lui si è persa ogni traccia. Sulla sparizione dei gatti in zona, posso dire unicamente che c'è un'inchiesta parlamentare tuttora in corso.
Margot mi piace, è infatti un cane che ha un'innata sensibilità per il giardinaggio, adora scavare buche, fertilizzare il terreno sotterrandoci le scarpe dei suoi padroncini e inoltre non c'è pianta che venga portata nei pressi della loro abitazione che non diventi immediatamente sua proprietà, che siano raffinate camelie, vezzose petunie, o pungenti rose, il caninide ha un suo metodo personale di coltivazione. La pianta in questione viene prima emendata delle foglie con una sapiente serie di morsi alternati ad abbaiamenti festosi; completata la cimatura il caninide si dedica ai fiori, con cui la fanciulla ama decorare tappeti e pavimenti di casa, spiccicandoceli per bene. La pianta infine viene divelta dal vaso e lasciata agonizzare in prossimità della pubblica via. Super Cane Margot!