23 febbraio 2007

Si è fidanzata la mia anatra!!!


Ho un'anatra. La possiedo dall'ottobre del 2005 perchè l'ho investita con l'auto una notte in cui stavo rientrando a casa , dopo essere stata da Susanna a vedere l'Isola dei Famosi. Per la cronaca, avevamo visto insieme alla Simo, a Laura e alla Cri, la puntata storica in cui la Ventura comunicò ad Al Bano che la Lecciso lo mollava.
Era tardissimo e poi io sono miope e in ogni caso quando guido penso che mi può attraversare la strada un cane o un gatto, ma quella "cosa" nel buio mi sembrava una scatola e dunque me ne sono resa conto troppo tardi e ci sono passata sopra! Così sono tornata indietro e constatate le condizioni dell'anatra, l'ho avvolta in un foulard, me la sono messa in braccio e alla bel e meglio sono tornata a casa. Dopo i primi giorni di comprensibile disagio, Any Any ha trovato il suo equilibrio qua da noi, stringendo una bella amicizia con la gallinella zoppa, che è una gallina appunto, piuttosto anzianotta, che non vive con le sue simili perchè altrimenti i galli le fanno male. Loro due non abitano dentro il pollaio, ma in una costruzione ad esso contigua, benchè separata. Devo dire che da quando è arrivata Any Any, la gallinella zoppa non ha più cercato le sue simili,accostandosi alla rete come faceva un tempo, le è sufficiente la compagnia della sua giovane amica, della quale si sente un po'mamma. Basti dire che ha preso l'abitudine tutte le mattine quando arriva la pappa, di chiamarla per fare colazione insieme.
Poi Any Any ha iniziato a fare le uova e a covarle per ben 30 giorni, senza avere nessun risultato, poverina!Questo è accaduto per due volte lo scorso anno e devo dire che nel frattempo aveva pure cambiato carattere: aveva smesso di fare i giri nell'aia, di inseguire la gatta, di venirci a trovare, di mettere il becco nei miei vasi di piantine...fino a pochi giorni fa, quando è tornata a cercare la nostra compagnia, ad abbassarsi innalzando la coda in cerca di una carezza sulle sue belle piume nere.
Allora Sandron, un signore che s'intende di animali da cortile, vedendola ha buttato là che lui possedeva un maschio, però bianco, aggiungendo "Chissà se le piacerà?" Oggi ce l'ha portato, grosso, bianco e per la verità piuttosto mansueto: i due si sono osservati per un po' da vicino, poi lei l'ha mollato e se ne è andata a fare il suo giro in cerca d'erbette saporite, allora li ho presi e li messi insieme in un serraglio che è in disuso da mesi..cioè pieno di erbe e di gustosi vermetti.
Any Any non ha gradito molto stare chiusa, però è giusto che conosca il suo amichetto, che poverino, deve ancora prendere confidenza con la sua nuova sistemazione. Hanno fatto merenda insieme, sotto lo sguardo un po'perplesso di Sexy Taby perchè lei diciamocelo, è una gatta di quelle che non ama molto gli intrusi. Però secondo me quei due si piacciono!

18 febbraio 2007

Due Angeli



Bisogna partire da un dato, ossia, che il mio matrimonio è stata la festa più bella che la Val di Magra ha visto negli ultimi anni. Direi pure dal dopoguerra ad oggi. Senza esagerare. Non tanto per i due soggetti interessati direttamente all'evento, quanto per le persone che vi hanno preso parte. Molte belle, bellissime donne. Che rivedere le foto e farle vedere è un vero piacere. E poi sono stati in tanti ad avere avuto un ruolo di collaborazione attiva, dalle piccole cose tuttavia indispensabili, come il sottogonna che mi ha regalato la mia collega Carla, a quelle più impegnative, come il Dando che si è messo a disposizione con il suo furgone, per rifornirci di tavoli e panche. Ci sarebbe sta scrivere per ore...accipicchia! Scartata l'ipotesi di andare in chiesa a dorso d'asino, Rosita è troppo giovane e imprevedibile, io davo per scontato che il mio autista, anzi la mia autista, fosse Laura. Perchè Laura è una che giuda davvero, non come la maggior parte di noi che ci adagiamo sulle provinciali e in autostrada facciamo guidare la nostra metà. E poi un'autista che è stata Nazionale della squadra di pallavolo, vuoi mettere?Perchè Laura in tutto ciò che fa è un'eccellenza. Sono sicura che sta diventando anche un'ottima giardiniera chic. Insomma io davo per scontato che fosse Laura la mia autista. Non sapevo una cosa, che mi ha rivelato una sera Simona e poi mi ha confermato Susanna successivamente. Laura aveva un'amica che se ne stava andando. Un'amica a cui era legatissima, come una sorella.Si chiamava Monica. E allora mentre si avvicinava la data delle mie nozze Susanna mi ha avvisato che la cosa poteva saltare se succedeva l'irreparabile. Cosa dire? che questa cosa che interessava Laura, riguardava anche me, perchè non potevo vivere la piena gioia di quel momento se una mia amica stava male. Tra l'altro una cosa analoga stava accadendo a un'altra giovane donna, Alessandra. La frequentavamo saltuariamente da un po'di tempo, perchè il suo fidanzato, il Migno, è amico di Paolo. Monica non me la ricordo, Alessandra invece si. Pure capodanno insieme avevamo fatto. Era già ammalata da tempo. Paolo le ha portato i nostri confetti, io non me la sono sentita di avvicinarmi a lei all'ultimo, il nostro non era un legame collaudato e io avevo il timore di essere inopportuna in quei frangenti.
Poi è successo ciò che non doveva accadere. Alessandra e Monica se ne sono andate ad un giorno di distanza l'una dall'altra. Mancavano 10 giorni al mio matrimonio.E hai voglia di dire che la vita va avanti, che certe cose succedono. Perchè è troppo ingiusto così. Cioè pensi, io mi sto per sposare, sono felice e invece il destino ha riservato a queste due giovani donne tutt'altra sorte.
Non ho chiamato Laura, è stata lei a chiamarmi una mattina e non abbiamo parlato di Monica, ma di un paio di rose che le avevo dato. Poi mi ha detto "per sabato, prepariamo la macchina...". Nonostante il suo dolore Laura mi avrebbe fatto da autista. E così è stato. E il Migno ha fatto da autista a Paolo. Per un incrocio strano del destino, Paolo ed io siamo andati in chiesa condotti da due persone che avevano perso una persona carissima.
In chiesa io, chi l'avrebbe mai detto, ero stordita, emozionata oltre misura e lo confesso pure rapita da quelle fantastiche rose gialle olandesi che adornavano S. Francesco. Ma sapevo che Paolo ed io eravamo stati accompagnati lì da due Angeli. E anche la Sabry, la mia testimone, giura di averli visti lì con noi, sull'altare.

15 febbraio 2007

Quando andammo dai croati...

Credo che in qualche modo la faccenda abbia a che fare con il Silvy, sono passati tanti anni, ma mi sa proprio che l'idea me la fece balenare lui.Mi è tornata in mente in questi giorni di contrasti diplomatici tra Italia e Croazia.
Si, deve essere stato il Silvy. E fu così che mi chiamò una signora, presumo la "capa" dei volontari, per sentire se ero disponibile. Ci ritrovammo una mattina imprecisata dell'estate del 1994 innanzi all'edificio scolastico di Casano ed eravamo 5 o 6. La Betty non me la ricordo, la Gianna di sicuro c'era, idem la Elena e c'era pure la Francesca, un po'perplessa e una presenza maschile, Pietro, che era venuto a vedere di cosa si trattasse. Il bello di avere degli amici è che ti può passare di mente l'idea più balzana e te i ritrovi accanto comunque!
La capetta ci diede disposizioni senza troppi convenevoli, forse era perplessa pure lei e ci lasciò lì. La scuola in quel periodo ospitava dei bambini e dei ragazzi provenienti dalla Croazia, ai quali il Comune di Ortonovo voleva riservare una vacanza collettiva, una parentesi felice, protetti dalla Pieve di San Martino (foto), lontano il più possibile dall'odore di guerra.
Poichè non ci avevano messo niente a disposizione con 500 lire comperammo una bottiglia di ammoniaca profumata e la Francesca era l'unica che previdentemente si era portata i guanti. E iniziammo, manco ci venissero dietro con le fruste, a pulire da cima a fondo l'edificio, bagni compresi. Insomma i bimbi erano in vacanza e noi demmo il nostro contributo in questo modo. Sfacchinando una mattinata intera. All'ora di pranzo rientrarono rumorosamente dal mare, giusto in tempo perchè noi avessimo finito il nostro lavoro. E scappammo via.
Senza indossare una divisa da "volontari", senza presenziare ad un'assemblea o rinnovare l'iscrizione annua. Perchè tutto sommato, come dice il mio filosofo, la Legge Morale, quando si presenta, va accolta "absolute". Probabilmente abbiamo fatto una piccola cosa, per quei ragazzi di cui non conoscevamo il volto e il nome. Però se ci rifletto mi viene da pensare che abbiamo regalato loro una cosa irripetibile e bellissima: una mattina d'estate della nostra gioventù.

10 febbraio 2007

Le succulente (vulgo : piante grasse)

(nota introduttiva dell'autrice aggiornata al 12 agosto 2001: sono passati alcuni anni da quando ho composto questo post scemo e pure saccente. Le mie piante grasse prosperano e rispetto alla foto triplicate in numero e grandezza. Ho usato una sola volta il confidor, spero non mi capiti di doverlo usare più. Mi sono convinta che a certe la cocciniglia non gliela cavi manco con il napal. Le succulente restano piante comunque facili e affascinanti, in ogni caso: BUON GIARDINAGGIO!)

Non è che io abbia una passione spiccata per le piante succulente, tuttavia ne ho una discreta collezione, che è cresciuta man mano un po'per caso, quando mi sono imbattuta in alcuni esemplari delle medesime che giacevano abbandonati nel mio "giardino segreto". Mi hanno colpito quelle piante, perchè quantunque riverse a terra, o coperte addirittura da foglie marcescenti e sottoposte ai più svariati rigori climatici, erano ancora vive, anche se bruttine e stazzonate per le ingiurie subite. Le ho ricoverate in vasi con terra nuova, ma non specifica, come sarebbe stato opportuno. Ho fatto pure qualche altro errore, come quando la Catia mi ha regalato due piantine gemelle e io ho avuto la non brillante idea di separale, perchè poi? Comunque da una serie iniziale di mozziconi di pianta, nel giro di pochi mesi, anche grazie al dopping (leggi fertilizzante specifico!) mi sono ritrovata esemplari vigorosi, un mutamento davvero percettibile, in piante che comunemente possono sembrare imbalsamate.
Voglio dire, sembrano le piante meno esigenti di tutte: pochissima acqua, pochissima terra e in inverno praticamente te le scordi...un po'le piante adatte a chi vuole cimentarsi con il mondo vegetale senza fare sforzi e sporcare le mani, come vuole il costume odierno per tante altre cose. Un paio di piante sono il frutto di un acquisto a Villa Taranto, sul lago Maggiore, durante una vacanza con mio marito che ripeterei mille volte. Per la location, oltre che per il marito! Anzi, ne comperai 4 di piante, ma una era un'erica, quindi non c'entra con i soggetti in discussione, la terza succulenta era una piccola cactacea che ho regalato al mio fratellone.
Poi è venuto il matrimonio e le 1000 cose a cui pensare, per quella che doveva essere una cerimonia semplice e invece si è trasformata man mano in uno dei più belli eventi mondani che la Val di Magra ha visto negli ultimi anni. Allora per ringraziare i colleghi di lavoro del regalo, ho pensato che al posto del vassoio di paste era meglio portarne uno di piantine grasse. La spesa è la solita, solo che le paste chi non c'è, non le mangia, invece la piantina è sempre lì e così uno la piglia quando la vuole o quando è presente. Un mio collega era infortunato e l'ha presa dopo 6 mesi.
Già che c'ero...festa di nozze nell'aia di casa, a metà tra il rito bacchico e la sagra di paese, una serie di belle invitate, che per evitare l'impietoso confronto, Briatore ha rimandato pure l'apertura estiva del Billionaire...cosa diamo agli ospiti come ricordo?Un bel niente è sempre meglio di certi raccatta-polvere ...poi ho maturato l'idea e sono andata da Spada al Senato che è il mio garden center preferito e lì ho acquistato 120 piantine. Di quella mandata me ne sono rimaste 4, o meglio erano rimaste 4 perchè 2 per Natale mio marito le ha messe in un portavasi di legno e le ha regalate alla mamma del Baldo.Ma è giusto regalare le cose che ci sono care.
Le superstiti delle nostre nozze sono in veranda con tante amichette di diverse dimensioni: e tante "figliolette", perchè il bello delle succultente è che le puoi moltiplicare con una certa facilità. A talune si toglie un pezzo (talea apicale) e lo si mette a dimora, altre fanno il figlioletto a lato.
Tra tutte quelle che possiedo spicca un enorme cactacea che c'ha regalato Michael ,con un bellissimo vaso (vedi foto dell'esemplare, non del vaso!). Il problema è che io in veranda ci ho piazzato un po'di tutto, al riparo dai presunti rigori invernali, quindi la stella di Natale che mi ha regalato mio fratello, la vresia che mi ha regalato Hubertus, la palmeta di provenienza incerta che ho comperato in un momento ozioso e che accipicchia ora ha le punte delle foglie compromesse, perchè non ho capito cosa vuole...c'ho piazzato pure la vasca con i pesci rossi in veranda. Così ho determinato un habitat complesso che dubito tutte le piante gradiscano, di giorno caldo, la notte umido. In compenso lo gradiscono taluni animalini o muffette bianche che si sono insidiate sue tre succulente. Me ne sono accorta oggi. Ma io non ho fatto storie, ho preso la spugna e ho lavato le piante.

05 febbraio 2007

De moltiplicatione rosarum

Fare le talee è un modo economico e soprattutto gratificante di avere nuove piantine. Di più, mi da una sorta di vertigine demiurgica la facoltà di moltiplicare la vita. Non tutte le piante vengono per talea, in alcune invece la cosa è facilissima che sembra quasi un'esigenza insita alla pianta stessa. Negli ultimi mesi ho fatto tante tale di elicriso, che mio suocero in sarzanse chiama "pedolaccio". In natura si trovano molti esemplari spontanei, ma forse a vederli non dicono un granché, invece quando lo si coltiva l'elicriso cresce a forma di pallone tondo e argentino ed è una bella bordura per i giardini chic, anche per il suo profumo di liquirizia.
Ho fatto inoltre una ventina di talee di rose e hanno preso tutte, perchè le rose amano essere moltiplicate in questo modo. Con una differenza: le rose cosiddette bastarde, quando si moltiplicano, l'esemplare riprodotto è identico alla madre.Con le rose comperate, che sono frutto di ibridazioni, accade invece che a fronte di una madre grande e generosa, sovente ti ritrovi una piantina che stenta a crescere e che produce pochissimi fiori, in aggiunta non belli come quelli dell'originale. Le rose che ho acquistato da Barni sono di quest'ultimo tipo, vale a dire, rose riprodotte per innesto, quindi non ha senso che io mi metta a moltiplicarle per ritrovarmi dei rovi insignificanti. Se fosse così facile avere gratis una rosa d'autore, non si potrebbe giustificare che Barni venda le sue a 10, 15 euro. E comunque le rose di Barni meritano senza dubbio il prezzo che costano perchè sono senza esagerare tra le migliori del mondo.
Tornando alle mie talee di rosa, ho sperimentato che è importante per farle attecchire, individuare un luogo riparato dai venti, in cui le piantine possano godere di una esposizione solare non troppo intensa e perchè no, di un riparo dalle piogge violente che possono pregiudicare, come pure la grandine, la stabilità delle loro esili radici. Piazzarle ai piedi di un alberello, che non tolga loro la luce, ma attutisca le intemperie, è la soluzione migliore, per quanto ho provato io. Ho appurato poi che l'uso di vasetti in plastica si rivela più idoneo allo scopo, rispetto a quelli in terracotta, perchè la plastica risente meno degli sbalzi climatici. Io sono sempre a questuare i vasetti di plastica alle me amiche!
Ho visto che anche i fondi delle bottiglie di plastica, tagliate a metà, possono funzionale, ma nel vasetto la piantina sviluppa meglio.
Le talee si possono mettere direttamente a terra, tuttavia, se ci va un gatto o un cane a raspare intorno...meglio il vasetto di plastica!
Non ho mai adoperato l'ormone radicante, che francamente mi sembra superfluo rispetto alla facilità con cui attecchiscono le talee. Un'altra accortezza indispensabile tuttavia è quella relativa alla cimatura delle foglie: io le tolgo quasi tutte, eccetto due o tre piccole.Di solito moltiplico le piante tra settembre e ottobre, quest'anno invece vorrei provare a riprodurre nuovi esemplari in corrispondenza con il periodo della potatura. Cosa ci faccio poi con tutte le piantine? Intanto quelle più robuste andranno ad abitare il mio giardino collettivo...quelle più robuste, perchè con i colleghi potatori che mi ritrovo...altre andranno a casa delle mie amiche o di alcuni conoscenti . Diventeranno comunque mirabili, intense, colorate rose!

04 febbraio 2007

Giardinaggio concettuale

A febbraio c'è poco da fare in giardino, o meglio devo aspettare ancora 20 giorni per entrare nella fase operativa che si apre a fine mese, quando è opportuno potare le rose. Ho ancora 20 giorni davanti a me ed è tutto l'inverno che mi prudono le forbici, ma resisto. Vedo i rami fuori misura, disordinati, privi di foglie e provo un gran desiderio di fare: zac! Ma non va bene, non ora, bisogna aspettare la ripresa vegetativa della pianta...quella fisiologica che si verifica a fine inverno, non quella patologica determinata da questa stagione bizzarra. Poterò le rose a fine febbraio, dunque. E io sono una di quelle che ci va cauta con le forbici, perchè non è vero il luogo comune che più poti e meglio è. La potatura serve per eliminare i rami vecchi e per stimolare l'immissione di nuove gemme, tuttavia un conto è dare ad una pianta giovane una potatura di formazione, che deve essere più energica, altra cosa è la potatura di mantenimento che richiedono le piante più vecchie. Nell'incertezza è meglio essere parsimoniosi con i tagli. Mio padre lo scorso anno mi ha detto che ho fatto andare tutti i rami "in fuori"; beh, ho fatto bene, perchè la pianta deve prendere aria al centro e andare verso l'esterno.
Unitamente alla potatura procedo alla distribuzione del fertilizzante, va beh, do il concime. Il guano della Compo da ottimi risultati a tutte le rose giovani o con un numero non troppo elevato di anni; a quelle vecchie, che sono quasi di piccoli alberi, i tre cucchiai di guano, cioè la dose consigliata sulle confezioni, sono acqua fresca, ci vogliono interventi più massicci. La cosa è ancora in fase di sperimentazione da parte mia, tuttavia ho avuto risultati discreti con l'apporto generoso dei fondi del pollaio e del letame della Rosita. Se il concime è un po'invecchiato è meglio, comunque basta piazzarlo lì, ai piedi della pianta,muovendo un po'la terra con una palettina, poi le piogge o le annaffiature,faranno si che la pianta lo assorba. Con questo sistema lo scorso anno ho avuto ottimi risultati, ma devo avere ulteriori certezze.Pare che il concime "bruci", ma anche questo mi sembra un luogo comune, o meglio, il concime non va fatto entrare a contatto direttamente con le radici, questo si, lasciandolo decomporre piano piano, per il resto io problemi non ne ho visti. Mi sembra una cosa opportuna, che si tratti di concime chimico o organico, l'alternanza dei vari tipi, per costituire una sorta di menù differenziato per le varie piante.
Ci sono poi rose pigre, come la Ferdinand Pichard della foto. Senza dubbio è bellissima e ha un profumo di caramella, un po'artificiale, che non mi dispiace: da due anni a questa parte vive nel mio giardino, mi regala una discreta fioritura a maggio e poi campa a scrocco per tutta l'estate, o meglio, si limita a crescere in vegetazione, ma non fiorisce più. Il suo caso è un esempio, credo,di una peculiarità presente in talune piante: se le nutri tendono a fare nuovi getti a discapito della fioritura. Penso che quest'anno la metterò a dieta.