31 dicembre 2007

Le ragioni del blog

L'ho scritto nell'incipit: il mio blog era nato per un gruppo teatrale, con l'idea di creare una sorta di spazio, mi vien da dire una "casa comune" (gasp!) dove incontrarci, che se mi rileggo il post Il soliloquio, che ho scritto un anno fa, in occasione delle mie consuete riflessioni di fine anno appunto (una sorta di discorso alla Nazione con 132 reti straniere collegate) sono consapevole del fatto che all'epoca faceva male la botta, come direbbe il Liga, più o meno, ora invece c'è il livido e il dolore è nel ricordo. Non facciamone una tragedia! Ne abbiamo fatte giusto 5 o 6 insieme....
Poichè la cosa non ha funzionato, il blog me lo sono tenuta tutto per me, dato che è mio e ci scrivo ciò che voglio io. Dato che a me scrivere piace tanto e posso riconoscere senza modestia che ci sono stati periodi in cui ho scritto in modo disciplinato cose di un certo livello, come dire, scientifico (clap, clap). Adesso non ne ho più voglia. Le mie curiosità sono sparse, seguo l'inclinazione anarchica del momento.
A margine ho messo pochi link, che sono gli unici che per me contano non qualcosa, ma davvero tanto. Devo solo aggiungerne due di numero (previa aut.)
I temi che ritornano in queste pagine sono la mia passione per le piante e la causa dei cani di Bucarest e a tale proposito voglio dire che lo so che al mondo ci sono questioni gravissime e importantissime, che ad ogni buon conto non mi trovano di certo indifferente, ma io credo in questo progetto, vi ho aderito con il cuore da subito e se anche uno solo dei miei amici ha conosciuto questa questione in virtù del mio blog, per me è già tantissimo.

30 dicembre 2007

verso il 2008...

Per l'anno venturo non mi aspetto quasi nulla di nuovo. Tra le priorità immediate urge l'acquisto di un cellulare nuovo, perchè il mio oggi è caduto nel secchio dell'acqua per lavare i pavimenti. Dove non è arrivato Bino, che si accaniva contro il povero cellulare, facendolo rovinare a terra due o tre volte al giorno, è arrivato un tuffo in RioCasamia. Alla lavanda però.
Poi mi devo tagliare i capelli, che ora sono lunghetti ma li porto sempre legati, perchè giù sciolti mi sembra stiano appiccicati al viso, tipo velo da suorina e ho un bel comperarmi balsami volumizzanti che tanto così lunghi non si volumizzano.
Poi non mi viene in mente altro da fare, a parte il sopravvivere tra casa e lavoro, tuffarmi alla bersagliera tutte le mattine nella rotonda vicino alla Grancasa e sperare che Dio me la mandi buona. Al ritorno va un po' meglio, però l'andata è una tragedia con tutto il traffico per Sarzana e La Spezia, che si piazzano in mezzo quelli che hanno la precedenza e allora mi tocca immettermi vuoi di prepotenza o in alternativa faccendo il faccino disperato per muovere la pietà altrui. Non mi piace questa cosa della precedenza, il semaforo era più democratico.
Respirerò l'aria fredda della mia piana, con uno sguardo alle Apuane e un pensiero verso il Caprione, mi sarò dimenticata i guanti, ancora una volta o per inerzia li avrò lasciati in borsa, metterò le mani nelle tasche del giubbotto da tranviere. Guarderò le rose che ha potato Romano e avrò un moto di stizza, che dove sta scritto che la potatura se la debbano arrogare i miei colleghi maschi? in virtù di cosa? e per giunta fanno delle brutture così!
Per fortuna ogni tanto andrò a Genova in sede, detto tra noi, magari me la tirerò pure un po', voglio dire sotto il profilo istituzionale (addirittura "istituzionale"!) e andrò pure un po'a zonzo per il centro storico. Ne approfitterò per indossare tutte quelle cosine carine fru fru che mi sono comperata a ottobre, magari quando farà un freddo un po'meno bestio.
Aspetterò la primavera, sopravvivendo all'inverno e mi chiederò se ha senso questa vita o se sarebbe meglio trasferirmi in Polinesia, anche se non so cosa potrei fare per vivere là e comunque l'idea di trasportare l'asina Rosita sull'aereo o su una nave cargo, mi stringerà il cuore e mi farà desistere da tale proposito.

26 dicembre 2007

All'inizio del mese mi ero letta un lungo articolo su Cosmopolitan che segnava giorno per giorno le tappe per arrivare strafiga a capodanno. Solo che poi per vari motivi, non ultimo il fatto di non disporre di un appannaggio principesco, mi sono fermata al primo step, per intenderci quello che suggerisce di massaggiarsi il viso con olio di mandorle. Due o tre volte la sera, a letto, l'ho anche fatto, se non che arrivava puntualmente Bino, il gatto, che a quanto pare ha un'irresistibile attrazione per l'olio di mandorle e ogni volta si sentiva legittimato a tentare di leccarmi la faccia, il che è piuttosto fastidioso.
Il freddo di questi giorni mi ha tirato la pelle, mettendo in evidenza le rughe sul viso, che partono dai lati del naso costeggiandoli e arrivano fino agli angoli della bocca: ora non lo so se con la bella stagione se ne spariranno, ma ho i miei dubbi, tuttavia sono sinceramente e segretamente (ora non più!) preoccupata per quelle rughe decise che dall'angolo esterno degli occhi si delineano lunghe lunghissime verso la nuca. Queste rughe mi sono venute all' indomani di una sciagurato bliz nel mio giardino compiuto dalla fidanzata di mio suocero. Mi fa ancora male il fegato a pensarci. Non mi diede tregua! Ebbe da dire su tutto: dalle rose "quelle nei giardini pubblici di Spezia fanno due fioriture a stagione", grazie, le mie ne fanno una ventina, fino a suggerirmi di vendere le mie adorate succulente. Poi si è calmata e tempo dopo mi ha pure mandato come regalo un pianta-bulbi e una zappettina. Ma le rughe che mi si biforcano dagli occhi sono rimaste come segno indelebile di quell'infausto giorno.
In ogni caso lo so che per mantenermi in forma dovrei camminare di più e così prima di scrivere questo post ho avuto pure l'idea di andare giù a Sarzana a piedi con Apua, anche perchè avevo finito le sigarette, o meglio sono misteriosamente scomparsi nel nulla quei due pacchetti che tenevo di scorta nel cruscotto e al loro posto ho trovato un pacchetto vuoto. E così azzimata alla bel e peggio sono andata a Sarzana e mi sembrava che mi guardassero un po'troppe persone e non certo perchè mi trovavano irresistibile. Per altro dato che non avevo fatto merenda mi è venuto anche un leggero senso di malessere, anche perchè io la merenda la faccio sempre, ma oggi sono talmente tanto sazia di buoni propositi che l'ho saltata, ingoiando stoicamente due compresse di gambo d'ananas, che com'è risaputo combatte la ritenzione idrica. Sbirciando l'armadietto paramedico, già che ci sono ho controllato pure se ci fossero ancora cerotti, che non si sa mai, ho ritrovato mezzo pacchetto di compresse di mirtillo (identica ratio dell'ananas, più o meno), un pacchetto intonso e uno "inviato" di compresse di selenio ACE che svolge un'azione antiossidante , che la mia estetista mi ha raccomandato senza indugio. No, non lo vende lei, perchè se lo vendesse lei uno potrebbe malignare che lo fa per interesse. E quindi ho rinvenuto un pacchetto che mi ero proprio scordata di avere acquistato, cioè una serie di compresse Cellu-light, ovvero 40 perle gelatinose a base di Ananas (aridaje!), Fucus (boh?) Tasassaco, ossia il piscialetto, Ginkgo (eh...aribò? che ginkgo sarà?) e udite, udite BIOFLAVONOIDI.
Sia chiaro, questa roba non l'ho acquistata nottetempo nei giardinetti della stazione, ma la vendono urbanamente ovunque. Adesso proverò a collaudare tutto quanto in modo sistematico. Sempre che riesca a ricordarmelo.

p.s. però mi sa tanto che meglio di tutto mi fa la marmellata di zucca che mi ha regalato la mamma della Ele, l'ha fatta lei! Ah, no! questa proprio non la trovi ovunque:SLURP!

24 dicembre 2007





Adeste fideles, laeti triumphantes
Venite, venite in Bethlehem
Natum videte, regem angelorum
Venite adoremus, venite adoremus
Venite adoremus, Dominum.

Engrege relicto, humiles ad cunas
Vocati pastores ad properant.
Et nos avanti gradu festinemus
Venite adoremus, venite adoremus
Venite adoremus, Dominum.

Cantet nunc io chorus angelorum
cantet nunc aula caelestrium
Gloria, gloria in excelsis Deo
Venite adoremus, venite adoremus
Venite adoremus, Dominum.

Ergo qui natus die hodierna
Jesu, tibi sit gloria!
Patris aeterni verbum car factum
Venite adoremus, venite adoremus
Venite adoremus, Dominum.

23 dicembre 2007

Ritualità pre-natalizie.

C'è bisogno di dire come io stia vivendo questi giorni in attesa delle festività natazie? come quasi tutta la popolazione adulta, con un intenso desiderio di essere altrove.
E pure sono una ragazza (?) ottimista, così che oggi, domenica 23 dicembre, pensavo che andando all'ipercoop alle 13, avrei trovato poco traffico umano. Invece l'iper era piana, strapiena. Di ottimisti come me.
Giornata di riposo trascorsa per lo più al telefono a risolvere feroci questioni lavorative, che voglio dire, se lavorassi all' Onu, allora si, sarebbe comprensibile. Anzi, secondo me all'Onu oggi erano in festa e domani loro fanno pure il ponte.
Mi chiamano mentre sono all'iper con il carrello pieno di cibo per gatti e una promozione speciale di 5 kg di pasta Agnesi, in aggiunta a 4 dracene che devo regalare, ma una la terrei proprio volentieri per me e m'invitano a un aperitivo e cena alla Scaletta. Che io queste cene pre-natalizie le trovo fuori luogo, che non è che son sempre la solita criticona, ma in questo periodo i ristoranti sono pieni di cene pre-natalizie e personalmente non amo pasteggiare nel caos.
Però una volta trascorse le ore, decido che si, un salto a prendere l'aperitivo al bar del Topo posso anche farlo, così smuovo un po'Apua che è tutto il giorno che ronfa.
C'era pieno al bar del Topo stasera, facce nuove, facce vecce vecchie, facce ingrassate...chissà che faccia è la mia mi chiedo quasi quasi. Gente che non vedevo dai tempi del liceo. Mi riconoscono? Apua è nel suo nel locale: cucca un labrador imponente e un volpino ibrido, salvo una breve scaramuccia con quest'ultimo che ha la peggio con lei e interviene la padrona a portarselo via.
Guardo come sono vestite le altre, che io stasera mi sono pure messa il rossetto, ma indosso un paio di jeans cargo neri e un maglioncino grigio e il piumino nero e il cappello nero, che si mi sarò anche messa il rossetto, ma forse un po'di sforzo nell'ingentilirmi potevo anche farlo, eh? E penso a quei jeans super attillati che mi sono comperata all'inizio di ottobre, chissà se adesso mi entrano, magari quando vado a casa me li provo, sempre che non faccia troppo freddo, s'intende.
I miei compagni di aperitivo sono i ragazzi con cui ho fatto un bel corso di teatro lo scorso anno: abbiamo per così dire "studiato" insieme, ma tuttavia non c'è stata ancora l'occasione di salire sul palco. Unirmi a loro è stata una scelta di ripiego e di rabbia, da che si è sciolto il mio vecchio gruppo, tuttavia è stato proficuo cimentarmi con loro, proprio perchè provenivo da un'esperienza diversa . E poi sono bravi loro sul palco, accipicchia!
E ora che ci penso, sono stati proprio gentili a considerarmi una di loro, a farmi venire qui al bar del Topo, proprio come una di loro!

Si, ballare!

Premesso che Fonzie il sabato sera non usciva mai, sostenendo che è "la serata dei pivelli", i miei sabati, ad eccezione di quelli estivi, sono in linea di massima deputati a una serie di attività domestiche che mi riservo con il sostegno morale di qualche telefilm poliziesco. Stasera ho stirato per due puntate di "Cold Case" e per una di "Law & Order".
Eppure io non ho sempre fatto questa vita qua, voglio dire, c'è stata una fase della mia vita in cui andare a ballare il sabato sera era un'azione svolta alla stregua, anzi di più, di un impegno lavorativo.
Con varie compagnie ho girato locali diversi. Gli albori delle mie serate notturne li vide la Canniccia, ci andavo con la Laura e la Valeria, solo che arrivavamo là sempre alle 10,30 e stavamo circa un'ora ferme in macchina nel parcheggio, al freddo s'intende, perchè in ogni caso dovevamo tornare a casa presto, quindi all'una, quando la discoteca iniziava ad animarsi, noi eravamo già al guardaroba.
In Canniccia ho vissuto un episodio increscioso (per la verità più di uno...): insomma con il mio bigliettino per la consumazione mi presi un'aranciata, e quel demente del barista, per lesinare penso sulla bevanda, mi riempì il bicchiere di ghiaccio. Io avevo 20 anni, forse anche di meno, insomma non ci feci caso e fu così che di lì a poco mi sentii male. Mi appoggiai ad un buttafuori e glielo dissi, e quello mi portò in un retro del locale, no, niente di scabroso, s'intende, mi fece sedere su una poltrona e io mezza svenuta sentii vociare intorno a me "eh, avrà bevuto qualcosa di troppo!" e io quasi esanime "no!no! ho bevuto un'aranciata!" e quindi con un sussulto di orgoglio a quanti pensavo che fossi in stato di ebbrezza gridai :"ho fatto il liceo classico!", come dire mica sono una che beve, accidenti a voi e al vostro barista ghiacciarolo!
A pensarci bene la Canniccia non è mai stata un bel posto per ballare, perchè la musica faceva sostanzialmente schifo e le piste erano davvero piccine.
Il Lido di Lerici è stato un'altra cosa. All'inizio eravamo credo solo in tre ad andarci: la Laura, la Paola ed io. Ci vergognavamo pure un po'perchè ci andavamo sempre con i biglietti gratis. Eravamo davvero gonze: le uniche tre donne, su un totale di 20 persone, 30 a farla grossa, come minimo per quelle sere d'estate dovevano metterci il tappeto rosso.
Noi ci andavamo perchè ci piaceva la musica che metteva il dj Osvaldo. Lui ti faceva ballare con canzoni che dalle altre parti non sentivi, i Litfiba, i CCCP, I Pittura Freska, Frankie e a poco a poco quella musica nei mesi successivi ha riempito la discoteca.
Alla nostra triade femminile si aggiunse Pino.E a questo punto ogni commento è superfluo.
Poi vennero pure gli amici del Pino, brillantemente soprannominati "Gli Ascaroni". Uno me lo ricordo, era uguale a Maurizio Mosca. Secondo me il fatto che si muovessero in branco li rendeva più inquietanti.
A parte tali presenze, fu un periodo lungo ed intenso quello del Lido. Prima di entrare andavamo al New Port, per la serie se c'era un posto sfigato e reietto Laura, Paola ed io lo facevamo nostro, se non che, tre ragazze, come dire normali, di 22, 23 anni, che si muovono, si portano inevitabilmente dietro qualche compagine di ragazzotti, oltre agli innanzi citati Ascaroni che tengo a ribadire, se li portava dietro il Pino. Il New Port era deputato a fornirci lo status alcolico da discoteca, che noi nel frattempo eravamo cresciute e l'analcolico non lo volevamo più, ma vai di gin tonic e di negroni, roba che se ne bevo uno ora, lo so, svengo.
E poi andavamo a ballare, ma quanto ballavamo, e facevamo l'alba ballando quella musica arrabbiata. La nostra compagnia ci mise all'indice anche perchè la Paola si lasciò con il suo fidanzato storico, ma non era colpa mia e della Laura che la portavamo a ballare al Lido, però per un bel po'di tempo si tennero lontani. Poi scoppiarono altre coppie, antichi equilibri andarono in rovina, brave ragazze diventarono cattive e viceversa e tutti quelli del nostro gruppo vennero al Lido con noi.
Ecco, se oggi ci fosse ancora un posto così, credo che i miei sabati sera sarebbero diversi.

19 dicembre 2007

Oggi è il 19 dicembre...

...quindi ancora un paio di giorni e ci sarà il solstizio d'inverno e le giornate ricominceranno a crescere. Si capisce cosa voglio dire spero. Che giorno dopo giorno sarà un po'meno buio. Che in un battibaleno ci troveremo a gennaio e poi arriverà l'influenza a cavallo di febbraio, perchè secondo me ha ragione Vasco, in quel periodo avremo dato già fondo a tutte le nostre riserve di energia solare e saremo piuttosto scarichi che l'inverno sembrerà non passare più, restare lì , sospeso, come in un limbo...e invece a metà febbraio riconosceremo un odore di terra che ci farà venire in mente quando eravamo bambini e magari sarà pure ora, anzi, sarà già tardi per darci da fare ad organizzare un calendario di potatura per le rose. E verrà la festa delle nocciole a Sarzana e allora dal giorno dopo si potrà procedere alla semina dei nasturzi. Ad aprile chi ha occhi per vedere bene, vedrà che le donne sono più belle e si metteranno, o meglio lo faccia chi lo vuol fare, i gerani sui davanzali e poi tireremo fuori le nostre magliette preferite e ce ne sarà sempre qualcuna sopravvissuta a troppe battaglie che non ci decidiamo mai a buttare via.

Genova (2)

Ci sono tornata oggi a Genova e ho camminato al seguito di una mia collega, praticamente da Principe a Brignole, che tutti mi avevano sempre paventato come una distanza consistente e invece è stata una camminata piacevole. Ho visto un negozio di abiti per cubiste, in cui mi sono promessa di entrare quando divento alta e magra. Nel complesso però resistendo a tutti gli impulsi del dio Ermes, Hillman sostiene che viviamo in un' epoca di intossicazione ermetica appunto, non mi sono comperata niente. Tre volte in poco più di un mese che vado a Genova e resisto alle sirene del consumismo e sono io stessa perplessa della cosa.
E pure San Lorenzo, chissà poi perchè, questa volta mi è sembrata meno bella.
Finiamo poi in un locale a ristorarci, la bella signora bionda ed io, uno di quei locali a catena, che hanno più o meno tutti il solito nome e la pizza al trancio ha sempre il solito gusto, tanto che la pigli al pesto, che ai funghi porcini. E adocchiamo una vecchietta che molla il tavolino e ci accomodiamo, se non che arrivano due giovani fanciulle slave, a dirci che il tavolo è il loro. Ma come, se la vecchietta l'ha lasciato a noi? Che ora si deve prenotare anche da McDonald's e da Spizzico? Da non crederci, arriva un cameriere con il berrettino rosso, manco fosse il maÎtre di Vissani a dirci che il tavolino appartiene alle due fanciulle e veniamo fatte sloggiare. Sic transit gloria mundi, mi verrebbe da considerare. O meglio: è che oggi ci ha prese in buona, se no...

16 dicembre 2007

Un regalo per tutti

Lo so che siete lì che non sapete cosa regalare e allora mi permetto di dare alcuni suggerimenti, perchè il vostro regalo sia pienamente apprezzato.

CALZE AUTOREGGENTI: all'amica che si è appena fidanzata. Con una che è in cerca rischiano di fare un effetto frustrante.
CHIAVI A BRUGOLA: non so a cosa servono, sollevano l'entusiasmo di certi uomini un po'feticisti. Di quelli che anche da grandi insomma continuano a giocare a meccano
TAZZINE DA CAFFE': all'amica che si definisce "sempre di corsa". Probabilmente ne spaccherà molte lavando i piatti.
VASO PER FIORI RECISI: alla coppia che si è portata in casa un giovane micetto. Di sicuro il bestio gliene ha già rotti un paio
FERMAGLIO PER CAPELLI:all'amica capelluta sempre piuttosto distratta.
MACCHINETTA PER IL CAFFE': come sopra. Infatti è probabile che se la scordi spesso sul gas, ragion per cui vi sarà grata se le fate sparire dalla cucina quel bitorzolo sfumacchiato con il manico fuso.
CRAVATTA: all'amico che non se ne compra una dal giorno della cresima
LIBRO DI POESIE : al tipo che di solito si vede sempre, puntualmente, da chiunque, recapitare in dono una bottiglia di vino o alla zia anzianotta che non ne può più di ricevere bagnoschiuma/saponette etc... Lo leggeranno con appassionata voracità.
PIANTA: sconsigliando le stelle di Natale,che a parte la mia che è uno spettacolo, di solito muoiono tutte quante il 7 gennaio, direi una sansevieria, molto chic. A tutti. Vuole poca acqua, non perde le foglie come il beniamino, non è velenosa come la dieffenbachia. Lontano dal termosifone però! Credo che le piante siano un bel regalo anche per gli uomini.
UNA TRINCIARAMI: si trova nei Brico, indubbiamente apprezzata da qualsivoglia maschio che abbia un appezzamento di verde, a meno che non sia un vagabondo nullafacente. Ve la cavate già con 15, 16 euro.
UNA TORCIA: da tenere in casa fa sempre comodo a tutti. In special modo quando va via la luce. Indispensabile quando è buio, l'auto non vi parte e siete in una landa desolata con la batteria del telefonino scarica.
PERIZOMA: a chi non se ne è mai comperato uno da sola.

VIVAMENTE SCONSIGLIATI
REGALI CASALINGHI (tavaglie, asciughini etc.) alla mamma
GIOCATTOLI DI LEGNO EDUCATIVI/SOLIDALI : comperateli per voi, ma non regalateli ai bambini, per favore! Pensate un po'se da piccole ve li avessero rifilati al posto della Barbie Superstar?

15 dicembre 2007

Superficie 313

Le discoteche cambiano nome, almeno alcune e sono un po'le solite, perchè quelle storiche non cambiano mai. Presumo che nelle intenzioni dei gestori ci sia la volontà di palesare nel nuovo nome un cambio radicale del locale in modo da attirarvi un certo target di clientela. Come dire fino ad ora qua c'erano solo avvinazzati molesti e racchione, d'ora in poi ci incontrerete solo capitani d'industria e top model.
Di certi locali ho francamente perso il riferimento già dopo il primo giro di nome. Ricordo la Cicala con grande nostalgia, mi pare, ma non sono sicura che poi divenne Vogue ma era già un posto triste,per universitari, o bamboccioni come si direbbe oggi, adesso non so come si chiami. Cantò credo solo un paio d'estati la Cicala, ma fu un canto divino il suo, piuttosto estatico direi.
Mi manifestava le sue perplessità un addetto ai lavori rammentando che un tempo, quando si entrava, si pagava e zitti.E le discoteche erano piene zeppe.
Poi arrivarono i p.r., le cubiste, le riduzioni, le liste, una marea di gente a ufo, la competizione con i discobar etc.
Aggiungerei io: una volta andavi in Canniccia e c'erano tanti bei fanti del Forte e di Viareggio, che indossavano giacca e la cravatta con disinvoltura. Poi Fiorello sdoganò, era l'inizio degli anni '90, quelle orribili giacche color salmone, unitamente al codino e all'orecchino e fu la fine: passavi sul lungomare il sabato sera e ne contavi a decine di soggetti conciati così.
Quel periodo di malcostume collettivo, di brutta musica, la famigerata "house" segnò la fine di un locale storico, la Superficie 313, detta semplicemente Superficie.
Un passo indietro. Domenica pomeriggio nella pista-afro dell'Alhambra, incontro un mio amico,Davide di Molicciara: lui ha 21 anni e io ne ho 16-17 , ragion per cui lo vedo come uno "grande", portatore dunque di un vissuto che sfugge a noi minorenni. Mi dice che è stanco perchè la sera prima è andato in Superficie. Come se mi avesse detto "ho scalato la vetta del Boro-Naustro", che io non so dove sia, ma faccio finta di saperlo, che son pivella ma non voglio darlo a vedere.
Poi ci andai finalmente anch'io in Superficie, la prima volta con la Laura e decidemmo addirittura di passare la notte intera sveglie e il giorno dopo (domenica di agosto!) di recarci a Pisa in treno. Come ci venne l'idea della veglia notturna e della gita a Pisa non me lo so spiegare, ma avevamo poco più di 18 anni e il mondo era nostro.
Andare in Superficie era come essere partecipi di un segreto iniziatico. Intanto la strada a Lido di Camaiore, che non la trovarvi se non dopo essere passato obbligatoriamente almeno tre volte nei due sensi, davanti alla Inkaba, nota fabbrica di giocattoli. Quindi un passaggio a livello rigorosamente abbassato, nella notte in mezzo alla campagna, per un lasso di tempo imprecisato e poi finalmente arrivavi.
Cosa ci fosse là dentro non posso raccontarlo, perchè non renderebbe a parole dar ragione di quelle auto d'epoca parcheggiate in giardino, all'interno accanto alla pista. Per quella musica vera che ancora si poteva ascoltare e per quell'umanità varia, bizzarra, toccante che si poteva incontrare là dentro.
Era un posto per pochi che resisteva, la Superficie 313.
Per quelli che non capitolavano al codino e all'house.
Era " a walk in the wild side" e "the dark side of the moon".
Poi chiuse, o meglio diventò il Kama.

14 dicembre 2007

Sogno


Mi piace sognare anche a occhi chiusi.
Questo pomeriggio "dovendo" dormire, ho fatto un sogno ganzissimo, ovvero che la Laura ed io andavamo a un concerto di Jim Morrison a Bergamo.
Si, a Bergamo. Ma perchè proprio Bergamo? forse perchè nel nostro backgroud ligure-apuano, Bergamo è la città che più di ogni evoca istanze celtico-dionisiache.
La cosa più curiosa, va beh che stiamo parlando di un sogno, che io mi apprestassi a presenziare ad un concerto di Jim Morrison, che sono una che per evitare il casino, va a far la spesa dopo le otto di sera.
Però che bello, a distanza di 30 anni, apparire nei sogni altrui!

12 dicembre 2007

Considerazioni intime

Un tempo c'era solo Postal-market o eventualmente Vestro dove si potevano trovare certe cose. Mia nonna ordinò una panciera e quando le fu recapitato il pacco si trovò un affarino di pizzo nero "Toh! i'm'han mandà 'l rgalo". E cerca ancora nel pacco "Ma dov'a l'è la mi'pancera?".
Ora c'è da immaginarsi la reazione dell'altra che aspettava vogliosa il suo perizoma e invece si è vista recapitare per sbaglio la panciera della mia nonna.
Poi l'intimo "da letto" fu sdoganato. Il primo perizoma che ho comperato era bianco e costava, me lo ricordo, 8.000 lire. Mi ricordo il prezzo perchè tutto sommato era legittimo, essendo un oggetto trendy all'epoca, insomma stiamo pur parlando dello scorso millennio, pensavo che una cosa del genere costasse abbastanza, ma non ero la sola , ci fu pure una mia amica che quasi con timore mi chiese il prezzo, forse anche lei si era fatta l'idea che fosse al di fuori della portata delle nostre tasche.
Ho ragione di pensare che l'acquisto del perizoma, almeno per la mia generazione, abbia sancito l'outing della propria determinazione sessuale, perchè voglio dire, se ti scopri in certi frangenti e indossi il perizoma non puoi dare da intendere che ce l'hai perchè, come sostiene qualcuna "è comodo".
Non è comodo per niente! Sono comode le mutande della Pompea, che le sbatti in lavatrice, che ti contengono il pancino (o panciotto), senza però stressarti, lo dice pure la pubblicità. Il perizoma invece ti stressa, e più pizzoso è più stressa.A pensarci bene l'effetto perizoma non costituì solo una novità per la mia generazione, ma pure per quelle più grandi di noi, molto più grandi:praticamente una dichiarazione di guerra. E in questo aspetto, ovvero, nel rivendicarne, mostrandolo o millantandone, il possesso, riconosco il valore storico di tale indumento, che palesa, legittimandole, le istanze sessuali femminili.
E fu così che alla fine dello scorso millennio, dalle vetrine dei negozi di intimo, il perizoma debordò, letteralmente, nei luoghi più impensati, fino a diventare francamente fastidioso in taluni casi. Perchè subire la visione di un perizoma altrui in pizzeria o mentre paghi il parchimetro fa pure un po'senso. In questo caso comunque si tratta di perizomi di bassa qualità, da 2, 3 euro, perchè uno buono, che lo paghi, sta dove deve stare, non esce fuori dai pantaloni, non va ad offendere la vista degli astanti.
E poi, come mi diceva un mio amico, praticamente "esperto del settore", perizomi in giro se ne vedono troppi, soprattutto su brutti fondoschiena.
Al profilarsi della trentina, o anche più innanzi, ordinariamente si (ri)scoprono le mutande di cotone, quelle un po'da bimbette, con gli animalini per intenderci, i gattini, i criceti, le scimmiette, le mucche e compagnia bella. In giro, o meglio, sugli scaffali dei supermercati se ne vedono sempre, perchè ogni generazione che incontra questa fase della vita, ne ha bisogno per autoingannarsi innanzi allo scorrere inesorabile del tempo. Il bestiario intimo tuttavia può anche essere imputato all'instaurarsi di una relazione con un uomo decisamente più giovane.
Ma lo zoo (o fattoria) in questione secondo me lascia un po'perplesso il genere maschile, al pari tuttavia di quell'intimo lycra color carne o "nudo"come lo definiscono le commesse, beige insomma potremmo dire noi, che vestirà pure tanto bene, ma ho idea che in taluni contesti tenda a dare un' aria che non è esattamente "oui je soui Catherine Deneve", ma piuttosto ahimè, da malinconica sciura.
Comunque esistono fabbriche di intimo femminile che confezionano espressamente capi indirizzati agli acquirenti uomini, che poi si auspica li regalino alle donne, quanto meno. E sono piuttosto diversi da quelli che ci comperiamo da sole, sono in qualche misura, come dire, più fantasiosi. Mi diceva una commessa che durante il periodo di Natale e per San Valentino, si vedono recapitare roba talmente impegnativa, così che nel suo negozio hanno un po'vergogna a farci la vetrina.

11 dicembre 2007

Da "Chiocciolina" di Mirco

...rincorro ancora farfalle leggere
di ciò che sono non so fare mestiere
e quando scivolo sul fiume che scorre,
pietre, ai ricordi, non posso deporre...

10 dicembre 2007

Genova

E fu così che andai a Genova, posso dirlo, in veste ufficiale. Per la cronaca la veste stessa è stata oggetto di talune mie preoccupazioni, ovvero, come mi vesto? voglio dire, mica andavo a far la spesa all'ipercoop, eh? a parte che Angelina Jolie dice che bisogna carrozzarsi anche per andare a far la spesa, perchè casomai s'incontrasse una Paris Hilton, ci sarebbe modo di farla schiattare d'invidia. Fatti loro.
E poi dopo aver preso atto ieri sera che il mio guardaroba ha più capi per eventi mondani (ma quali?) che eventi urbani, ho ripiegato su jeans e maglietta nera, fantasia eh?uniche concessioni: un top di guess nero a fiorellini rosa, che fuoriusciva dalla maglietta, in modo da coprire lo stacco tra la suddetta e il pantalone. Oh, top di guess, mica rumenta, eh? E il rossetto, ma non saprei definirne il colore, direi sul mattone rosato. E dopo tempo immemore ho perfino passato un filo di ombretto tenuissimo sulle palpebre. Che a star sempre in mezzo ai sassi e alle frasche io non so più truccarmi, non so più come si sta al mondo e mi sentivo tanto come una gallina uscita dal serraglio a camminare sui marciapiedi a zig zag . E comunque alle galline uscire dal recinto fa bene, lo vedo io con le mie come sono felici, s'irrobustiscono quando razzolano, si cercano le cosine buone...io invece mi sono ritrovata a mangiare un tramezzino sfigato in un affollatissimo bar di studenti, dove le fanciulle addette al ristoro indossavano dei jeans dall'attaccatura pelvicai.Tante Angeline Jolie de' noi altri!
Dopo il mio impegno ho camminato parecchio:io Genova non la conoscevo proprio, cioè ci sono stata in gita in terza media e poi mai più, fatte salve altre due o tre circostanze dove mi aspettavano in un ufficio e da lì tornavo dritta al treno. Pure una ragazza mi ha fermato e mi ha chiesto un posto dove fare le fotocopie e io le ho detto che non conosco Genova, che praticamente era la prima volta che la vedevo e in quel mentre passa un architetto della mia compagine e lo saluto e lei avrà pensato che stessi mentendo.
E poi c'erano così tanti palazzi e negozi di sottovesti e vicoli e ancora palazzi...ma quanti!
Intanto mi è piaciuto che non ci fosse freddo e poi forse perchè era lunedì, c'era pure tanta gente in giro, ma non mi è sembrata agitata come dalle mie parti. O forse mi è sembrato così perchè mi ha fatto bene uscire dal mio serraglio di pietre e frasche.
Una strada, ma non so quale, stavo andando verso Palazzo Ducale, mi ha ricordato la gita delle medie, nel 1984. Che io ho tanti byte di memoria, ma qualcosa si perde con il tempo, sarebbe bello fare una defragmentazione e mettere a posto tutte le cose. Probabilmente quella gita mi segnò in modo negativo verso Genova, perchè se dopo ci sono tornata a tratti e solo per forza in qualche modo si deve spiegare. Ci fecero camminare e basta. Oggi so che gli insegnanti certe cose le fanno apposta per stancare i ragazzi. Eppure quell'anno a Sanremo passò una canzone ispirata a Genova, che mi piacque molto. Ma questo merita un altro post.

07 dicembre 2007

Letture mancate

Stasera, per forza di cose, uscita dal lavoro dovevo recarmi all'iper, ad acquistare la consueta scorta di bocconcini per la Sissi, la gatta comunitaria che vive alla grande là dove io lavoro. Grassa come una coniglia la Sissi! non paga di scoccare una bustina di kit&kat ad ogni turno, fa pure le questue all'utenza. Comunque io sono l'addetta ai suoi approvvigionamenti che acquisto in virtù di un fondo di cui lei dispone.
Però stasera di andare all'iper proprio non ne avevo voglia. I miei pomeriggi lavorativi in questo periodo hanno raggiunto l'apice della sopportazione, complice anche una certa dose di umidità, che se ci arrivavano i Romani in dicembre da queste parti, con il cavolo che si piazzavano nella piana. E ho un gran rimpianto per quelle giornate di sole estive, frenetiche, con l'annaffiatoio in mano, con il via vai di gente, con i cornetti algida o i ghiaccioli alla menta...
E insomma non avevo voglia di recarmi all'iper, però guidando, pensavo di poter cogliere l'occasione forzata per comperarmi qualche libro simpatico,un po'di letteratura per pollastre, di quella che accampa sui banchi del supermercato. Che ne so, dato che lunedì devo andare a Genova, per il mio debutto di rappresentanza,magari un manuale tipo "Come diventare Nicole Kidman in 3 giorni", poteva fare al caso mio.
E quindi entro e invece di filare dritta verso gli scaffali delle piante come faccio di solito, vado nel reparto libri, con lo scopo di curiosare un po' e magari acquistarmi qualcosina. E invece ecco che ci trovo un soggetto ingombrante, piazzato lì, innanzi alla manualistica relazionale femminile. Un anzianotto con il cappello, tutto intento a leggersi un libro dalla copertina rosa, con tanto di foto dell'autrice (statunitense? inglese?), dall'inequivocabile titolo "Noi e il sesso".
Eccolo lì, tutto immerso nella lettura a scrocco, di pruriginose confessioni femminili. Ma si spostasse! Ma lo capirà il corpulento che i libri i voglio vedere anch'io? Qualche titolo riesco a scorrerlo, tipo "Come divorziare da un milionario?" (in termini di euro, presumo), "Come trovare il principe azzurro..." (ma per piacere!) e poi una serie di titoli inerenti lo status di single femminile, per forza, per scelta, per amore...che io vorrei sbirciarli per bene i libri,trovarne uno da portarmi a casa,ma l'anzianotto non si scolla proprio, mi impedisce la valutazione, l'acquisto... e io mi ritrovo in mano una biografia di Pavarotti, ma com'è che è finita qua in mezzo alla letteratura per pollastre? "Tiè! leggiti questa!" mi verrebbe da dire al vecchio porco scroccone!
E allora mi allontano e vado a vedere gli altri scaffali di romanzi, saggi...l' ennesimo rodifegato sulla politica italiana composto da Travaglio (ma è al soldo di qualche lobby farmaceutica), la compianta Doris Lessing (ora che è nobel pubblicheranno pure la sua lista della spesa), l'inquietante Terzani( più citato per cognome che letto effettivamente)...
Ma io non voglio edificarmi l'animo stasera, voglio farmi due risate, avrò pure il diritto a coltivare la mia dimensione ludica! Io lavoro, tu sei in pensione sicuramente! vai a farti le letture da pensionato, trovati un hobby, guarda là ci sono i libri per te! "Guida ai vini del Trentino", "Come costruire trenini con le bottiglie di plastica", che e so io? Ma ti levassi di qua, dal mio scaffale, che questi sono libri da donne, scritti da donne, per noi donne!
Ma il morboso non desiste e continua a leggersi il suo libello rosa, immagino in preda a pensieri libidinosi. Non ci voglio io star vicino al libidinoso, ci mancherebbe altro, bleah!
E io che volevo solo procurarmi una lettura che mi regalasse un po'di buonumore e magari qualche dritta su come vestirmi per sembrare magra, bella, bionda etc. o per farmi i panini con la marmellata senza sensi di colpa!
Accidenti a lui, io avevo davvero bisogno di procurarmi un manuale di sopravvivenza al femminile!
Niente da fare. Mi arrendo. Addio al mio proposito di trasformarmi in Nicole Kidman in 3 giorni. E mi accontento di comperare un libro di Odifreddi, "Incontri con menti straordinarie". Si, mi è passata ogni ambizione estetica stasera, mi tocca essere intelligente per forza!

la vendetta di Montezumolo!

Dopo la mia invettiva di ieri all'indirizzo di Luca M., sono stata colpita: stamani la mia Panda ha la batteria a terra! va beh, dopo 3 anni e 1/2 gli si può concedere. O forse è stato il gatto Bino a manometterla, perchè stamani dovevo portarlo dal veterinario per una questioncella delicata.
Ma io non mi faccio piegare e all'eccelso Luca M. rilancio: "fannulloni, assenteisti noi? MA MANDACI LAPO A LAVORARE!"

06 dicembre 2007

Per Luca M.

Che non è da confondersi con mio fratello, intendiamoci.
Si, hai ragione, siamo fannulloni, iperpagati e assenteisti.
Però tu potevi pure farcelo sapere prima che a me e alla Ely scadesse la garanzia, che gli ammortizzatori della Panda, sono strutturati, affinché si rompano a 30.000 km. Ci si sono rotti contemporaneamente e ci è costato più di 200 euro il lavoretto per aggiustarli. E quando ho chiamato mio zio che è meccanico per dirglielo, si è messo a ridere, perchè lui lo sapeva già!
E poi chi credi che le compi le Panda? i capitani d'industria come te o le paperine del pubblico impiego come me e la Ely?
E già che ci siamo, perchè le nostre Panda sono state fatte in Polonia? Non ne hai più di operai qua in Italia? Mica ti sarà rimasto solo Lapo?

05 dicembre 2007

Come as you are


Sarà stata la pizza che ho mangiato, ma stasera mi è venuto il mente il Baraonda e da lì, seguendo i pensieri associativi sono arrivata dritta dritta a Kurt Cobain. E allora in rete, sulle sue tracce, come prima cosa m'imbatto in wikipedia, che non è che a me garbi moltissimo quanto ai contenuti, anche se ne apprezzo a pieno il principio inspiratore.
Va beh, pigramente clicco sopra e non faccio in tempo a rispolverare i ricordi del 1994, l'anno in cui è mancato, che subito m'imbatto in un'asserzione categorica :"è considerato il portavoce del disagio giovanile della Generazione X". Clicco ancora e apprendo così che chi è nato tra il 1965 e il 1975 appartiene a tale generazione. Io che sono del '70, in the middle, dovrei dunque essere un esemplare purissimo della Generazione X !
Ma guarda che scoperta! Mi devo essere persa qualcosa , dei tomi di sociologia, delle puntate di Italia sul Due e qualche editoriale di Alberoni al riguardo.
Ora, che Kurt Cobain cantasse la mia generazione, se non altro per un fattore di contemporaneità musicale, ne ero più che convinta. Idem che ne esprimesse pure il disagio, va beh, ogni generazione giovanile che si rispetti ne ha uno. Che però da Seattle, a Londra, passando per Ortonovo, si possa essere tutti messi nel medesimo calderone esistenziale, mi suona quanto meno difficile. Eppure quella sua morte degna di una rockstar, perchè ogni generazione che si rispetti, ahimè, ha anche una rockstar che scompare prematuramente, pur nel suo clamore, mi sembrò il gesto triste di un ragazzo disperato e solo. Ogni generazione, penso, ha la rockstar che si merita.
Se non che, una delle ultime volte che sono andata in Baraonda, saranno passati ormai due anni,mi ha colpito vedere una ragazzina, proprio giovanissima, che indossava una maglietta con scritto "Kurt vive". L'ho avvertita come un'usurpatrice. Quasi avesse preso qualcosa che mi appartenesse. Che appartenesse alla mia gioventù. Si, alla mia generazione, non alla sua!

04 dicembre 2007

Quando penso all'estate


Questa foto me l'ha scattata la Catia con il telefonino. Non posso che pensare all'estate. E a quando accidenti fa caldo dove lavoriamo noi, che ad una certa ora bisogna fare di corsa se vogliano annaffiare le nostre rose. Ne avrei altre da mettere a dimora , ma sono queste corse estive ad impensierirmi, cioè aumentando il numero degli esemplari, di conseguenza aumenterà anche la fatica serale. Mica per altro, perchè io dopo che ho finito di annaffiare là, torno a casa e ricomincio da capo con il mio giardino, con tutti quei vasi e vasetti che ho accumulato intorno alla domus.
Il ricordo delle fatiche estive mi induce quasi quasi a capitolare alla bassa manutenzione. Che però è un po'triste.
Scegliere un sistema di irrigazione automatica non mi convince per taluni aspetti, io devo vedere le piante una ad una, devo essere io a sapere se hanno bisogno o meno di qualcosa, mi distaccherei dal cogliere i loro particolari giorno dopo giorno, se mi affidassi a un tubo poroso invece che trascinarmi in giro per tutto il giardino il mio annaffiatoio giallo.
Io, con le piante, ho in qualche misura bisogno di averci un rapporto fisico.

03 dicembre 2007

Riflessioni cosmiche

L'ho letta proprio ieri sera su Cosmopolitan: la notizia comporta una tale valenza salvifica, in virtù della quale prego vivamente i miei venticinque lettori di darne la più ampia diffusione:pandoro batte panettone per 330 a 430 calorie per etto!
Io Cosmo lo leggo da quando ho 18 anni, lo acquistai infatti per la prima volta nel 1989 quando andai 4 giorni in vacanza con 2 mie amiche al Cerreto. Ad agosto. Il secondo o il terzo giorno capitarono "casualmente" da quelle parti anche i miei. Sul lago nel medesimo periodo erano in vacanza anche due zie di mio padre, piuttosto in là con gli anni.
Praticamente chi volesse salvare una fanciulla dai pericoli del mondo, non deve spedirla in qualche costosissimo collegio svizzero, tanto meno cercare una raccomandazione vescovile per darle ricovero in qualche eremo umbro: mandatela al Cerreto Laghi d'agosto.Si troverà ad attendere con vivo desiderio la messa del vespro come l'unica botta di vita mondana possibile, credetemi.
Il rinvenimento di una copia di Cosmo fu la mia salvezza in quei giorni deliranti, e gli fui così grata che continuai ad acquistarlo una volta rientrata nel mondo civile, mese dopo mese, anno dopo anno.
Smisi di leggerlo quando avevo circa 23 anni, poichè ne trovai una copia in camera di un'amica-rivale. L'unico esemplare femminile nel giro delle mie amiche con cui ricordo di aver vissuto una seria dinamica di sgomitamento. Colpa sua, perchè io non sgomito e le mie amiche nemmeno, lei è la sola, nell'ambito delle mie relazioni storiche al femminile con cui non ho più rapporti,anche se a mio modo le voglio bene e mi mancano molto quegli anni felici trascorsi insieme.
Però quando vidi che Cosmo era diventato il suo giornale, ne dedussi senza ombra di dubbio che non era più il mio.
Ripresi anni dopo quella rivista, per altro in modo ozioso e discontinuo, per rompere poi dichiaratamente quando sposai la causa dei cani di Bucarest. Scrissi subito una mail alla Cosmo-redazione affinchè si premurassero di fare un articolo sulle straordinarie volontarie capitanate da Sara Turetta (link a lato Cani di Bucarest, please!). Sottolineai il mio status di lettrice-decana e aggiunsi pure che comunque l'argomento era quanto meno interessante, perchè non a tutti garbano le Cosmo-interviste-finte alla coatta di turno (Britney, Jennifer, Paris etc.). Conclusi minacciano che qualora non avessero esaudito il mio desiderio, avrei smesso di comperare la rivista.
Non mi risposero. Non fecero l'articolo sui randagi rumeni. Seppi in seguito che avevano contattato l'associazione, ma non se ne fece poi più nulla. E da allora io mantenni la mia promessa e non lo acquistai più.
Anche perchè nel frattempo ero cresciuta (invecchiata?), insomma non potevo più essere definita una ragazza-Cosmo, anzi non lo sono mai stata!
Perchè la ragazza-Cosmo indossa stiletti che svettano sui 10-12 cm. Si va beh, me ne sono comperata un paio pure io, ma dopo due rovinosi crepi nella medesima sera, li ho regalati senza indugio. La fanciulla-Cosmo, va in palesta dove come minimo impara il cinese, mentre si fa una doccia cromoterapica, dedicandosi nel contempo ad un trattamento anticellulite brevettato da Carlo Rubbia in persona. Io invece mi mantengo in forma quando vado con il cane a piedi a prendere le sigarette al tabacchino di Mario e se sono in giornata buona, allungo il giro fino al nuovo consorzio agrario.
La ragazza in questione non si perde mai di rimpinzarsi di bocconcini esotici durante l'happy hour del bar più cool della città, io al massimo posso recarmi al bar di Dodo a prendere un orzo di mattina in compagnia del suddetto cane.
Lei ha 3 o 4 lauree una ventina buona di specializzazioni, quando vuole l'aumento va dritta dal super capo dell'azienda leader, presenzia a 10 cene di lavoro la settimana (più altre 10 con il ganzo di turno). Io...io sono una paperina del pubblico impego, se mi va bene vado a Genova una volta ogni 5 o 6 anni (va beh, che ora mi toccherà andarci più spesso) e al massimo dove lavoro io, ci concediamo a Natale una cena da Venturini, alias Chioccia d'Oro.
Inoltre la ragazza-Cosmo, la cui età si è fermata eternamente tra i 22-24 anni si imbrinchia in continuazione un numero imprecisato di bei ragazzi, riuscendo, solo lei sa come a mantenersi fidanzata a vita, quindi a Natale fare tutti quei regali deve essere una gran faticaccia. Cosmo non manca mai di suggerirle i regali per tutto il nucleo familiare, nonni compresi, ai quali per la modica somma di 300 euro, si può regalare una strenna di canzoncine cantata da un coro vero. Si avete letto bene: uno per Natale affitta un coro e lo manda sotto la finestra del nonno. Ora una cosa del genere, a me che ho i parenti a Battilana suona impegnativa: già mi vedo mio zio Rino con lo schioppo in mano...
Ma i prezzi di Cosmo? Ma si saranno aggiornati con l'euro o sono ancora alle lire? Ma quanto accidenti guadagna la ragazza-Cosmo, io non voglio pensar male, ma il programma beauty di questo mese, articolato in 31 tappe, per arrivare strafiga a capodanno, inizia con una crema viso che costa 135 euro e termina con un fondotinta che ne costa 38, voglio dire a seguirlo passo dopo passo richiederebbe un anticipo del tfr...questo mese, dicembre 2007! Si ho ripreso a comperare Cosmopolitan dallo scorso settembre. Da troppo tempo il mio furor giardinicolo mi riserva solo la lettura di Gardenia, Il calendario dell'ortolano, Guida alla coltivazione biologica etc. e nel complesso questa vita agreste mi ha davvero inselvatichita. Avevo bisogno di rientrare nei ranghi della dimensione femminile, perchè ormai quando sentivo parlare delle nuove tendenze della stagione, pensavo si trattasse obbligatoriamente di bordure inglesi. Perchè a star troppo a contatto con la Natura, più che Baccante, diventi un elfo.
Quindi penso che ora mi studierò diligentemente, passo dopo passo, il programma beauty di 31 giorni raccomandato da Cosmo!

n.d.r. Un mio fidanzato, oggi tra le persone più care del mio cuore, fu intervistato da Cosmo quando era all'apice della sua carriera: bellissimo, bravissimo, posso dire senza ombra di dubbio il numero 1 tra gli stripmen italiani. Ne fui lusingata. Conservo ancora quella copia. Tuttavia, per onor di cronaca, avrebbero dovuto intervistare me!

01 dicembre 2007

Corsi e ricorsi

Stasera sono stata alla prima lezione di giocoleria. Il corso si tiene vicino, vicinissimo a casa mia, così che ci posso andare a piedi. La cosa curiosa è che son dieci anni che volevo farlo e non ho mai avuto l'occasione, perchè si vede che nella mia Provincia non ci sono molti aspirati giocolieri. Quei pochi corsi che sono stati organizzati erano riservati esclusivamente ai bambini, questo invece fortunatamente, specificava la locandina, è anche per adulti.
Sarà ma le mie compagne di corso sono 6 o 7 ragazzine tra i 10 e i 12 anni, bravissime per altro e molto simpatiche. Due mi hanno riconosciuta come "quella della cagnetta".
L'attrezzatura me la sono portata da casa, si perchè io ho già un discreto corredo da giocoliere: ho le palle normali, quelle a spicchi colorati per intenderci, poi ho tre palle piuttosto grosse, una gialla, una viola e una verde, un po'clownesche per la vertà. Poi ho le clavette, perchè me le ha regalate mio fratello: lui le comperò di impeto a Certaldo, credo ci fosse un festival del teatro di strada e si mise subito all'opera, senza capirci una mazza, con le clavette appunto, ma un tale si premurò pure di fotografarlo come se fosse un vero giocoliere: hi! hi!
Poi ho gli anelli, detti pure cerchi, che me li sono comperata come autoregalo quando seppi che mi dovevano operare al naso in seguito a un incidente, che manco l'avevo detto ai miei che mi dovevo operare perchè c'ero così rimasta male (sigh!). E mi comperai gli anelli e un paio di calzini di duffy duck.
Ora con tutto questo bell'armamentario cosa ci faccio io? che son dieci anni che ho 'sta roba e so solo far girare tre palle (certe volte pure molte di più...chiedete pure in giro, a mio marito, ai miei colleghi etc. non mancheranno attestati al merito).
Che non si può far giocoleria da soli, ci vuole il gruppo, ci vuole chi ti corregge se scentri il tiro! Stasera ho giocato un'ora e mi sono stancata tantissimo. Sempre con tre palle. Diventerò una perfezionista. Solo allora passerò alle clavette. E dopo così potrò conseguire il mio sogno di far ruotare addirittura le torce infuocate. Son dieci anni che aspetto.
Ele, ti ricorda qualcosa la questione? hi! hi!

Ugo

Stamani sono stata da Ugo al cimitero di San Martino. Gli ho portato un vaso con un ciclamino bianco e un biglietto in cui avrei voluto scrivere molte cose. Sono due anni da quando il mio collega non c'è più e ancora faccio fatica a capacitarmene. Penso a tutte quelle ore passate insieme, che sembrava dovessero durare per sempre. Penso ai nostri pomeriggi al freddo, le nostre mattine fresche al sole. Penso a quell'aria di festa che assumeva sempre un turno di lavoro svolto in sua compagnia.
Mi fa rabbia che il destino gli si sia accanito senza risparmiargliene una in quei mesi di malattia. Lui che amava la vita. Quando magari ci sono certi mutrignoni in giro che campano 100 anni e muoiono nel sonno.
Son salita a San Martino stamani, che però ero quasi troppo stanca per essere rabbiosa ed è un luogo speciale quel cimitero, credo che ci sia quasi sempre il sole da quelle parti.
Avrei fumato volentieri una sigaretta in compagnia del mio amico, ma lo so che non sta bene fumare nei cimiteri.
Lui avrebbe capito.
Ciao Ugo!