25 gennaio 2011

Sarzana, particolare di Santa Maria

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...il Battaglione Sacro dei Tebani era composto da 300 uomini scelti, mantenuti ed esercitati dallo stato. C'è chi sostiene che questo corpo fosse composto da amanti ed amati e si cita questa frase di Pammene : "Bisogna schierare l'amante vicino all'amato, perché una schiera composta di uomini innamorati non si può mai rompere né scomporre, perché quelli che ne fanno parte sono disposti ad ogni pericolo, l'uno per attaccamento all'oggetto del proprio amore, l'altro per paura di disonorarsi agli occhi del proprio amante"...

Plutarco di Cheronea, Dialogo sull'amore, Moralia, ed. Adelphi 1988

Catia

Oggi sono passati due anni esatti, dal giorno in cui Catia, la ma amica/collega ha preso ferie per sempre.Non so dove sia adesso, perché il vuoto sconfinato che si è aperto quel giorno mi ha privata di alcune cose in cui credevo, offrendomi però in cambio una qualche rassegnata, ma serena verità.
Oggi non posso andare al cimitero, perché ho l'influenza, ma d'altro canto, non sono ancora in grado di rapportarmi, se non a fatica, con la sua tomba, vale a dire con la sua morte, perché tutto quanto è accaduto inaspettatamente, nella violenza di un pomeriggio d'inverno. E non riesco nemmeno a piangere per Catia, sebbene io se avverta ancora in me stessa i segni della ferita, anche fisica, che mi ha lasciato la sua scomparsa.
E anche parlare di lei, o scriverne è un po'come cercare, per un attimo, di riportarla tra noi e mi duole tantissimo non riuscire spiegare a chi non la conosceva che bella persona era, vitale, travolgente, generosa, capace di entusiasmarsi alla vista di un fiore o di un cagnolino.

Il 1 gennaio di quest'anno ero nel nostro posto di lavoro e quando sono riuscita a restare un po'da sola, ho cancellato i suoi numeri di telefono dal mio cellulare: ho fatto quello che mi avrebbe detto di fare lei.


Catia ed io nel 2003

La borsa e "la vita".

Io ho un debole per le borse. Si, anche per le scarpe. Però le borse mi garbano di più.
Mi piacciono belle, vistose, che un giorno ne scelgo una e il giorno dopo ne indosso un'altra.
Faccio caso anche alle borse altrui, se sono belle mi complimento con la proprietaria ci scambiamo opinioni etc.
Sul lavoro mi contengo (fino ad un certo punto): la prima volta che ho visto dal vivo la Monogram Multicolor di Louis Vuitton, la indossava una gentildonna belga, non riuscivo a guardare altro. Parlavo con la signora, cercavo di darmi un tono e poi inevitabilmente ripigliavo a guardare quella meraviglia che mi pareva irradiasse luce propria...ah!

Stasera ho riletto un post di Ernest in cui si faceva cenno alle amichette che vanno a cena (*) e che nel carnevale televisivo di questi giorni pruriginosi, sono state riprese mentre passavano avanti e indietro con il suv. Io, da donna e da appassionata di borse, ho notato che le medesime fanciulle inseguite dalle telecamere sfoggiano di frequente borse di una ben nota marca.
Si! indossano puntualmente borse di una griffe prestigiosa, la stessa che più volte ho visto ammantare da capo a piedi belle e giovani fanciulle, quella in stazione, quella all'edicola etc. tanto che quando le vedo mi chiedo che lavoro fanno certe ragazze per permettersi borse così costose...
Una ragazza straniera dall'estetista mi ha detto lei lavora in un'agenzia immobiliare a Milano, ma francamente ho avuto qualche dubbio...
Però se una firma che si pretende di classe, viene portata in giro da chi esercita un certo mestiere, mi sa tanto che allora anche il prestigio, la griffe, il nome etc. nel giro di poco tempo...finiranno a puttane!

* oh ma 'ste ragazze vanno sempre a cena di qua e di là, ma non ingrassano mai!

24 gennaio 2011

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Vill'Amarena! Dolce la tua casa

in quella grande pace settembrina!
La tua casa che veste una cortina
di granoturco fino alla cimasa:
come una dama secentista, invasa
dal Tempo, che vestì da contadina.

Guido Gozzano, Signorina Felicita

La congiura

Ho l'influenza. Trascorro il tempo guardando film e dilettandomi in letture edificanti. E così sfoglio Cosmopolitan e m'imbatto nella pubblicità di una stimata linea di bellezza che si propone come "la soluzione studiata per agire attivamente sulle rughe gravitazionali, tipiche dei 40 anni. etc."
Cosa?! Rughe gravitazionali?! rispolvero qualche vaga nozione dei tempi del liceo.Gravitazionali ....avrà a che fare con forza di gravità? Newton? la mela che casca dall'albero?
Ma perché nessuno mi aveva detto che a 40 anni vengono le rughe gravitazionali?!
Mi scruto il viso allo specchio in cerca delle bastarde: no, questa è una ruga di quella volta che mia suocera è venuta nel mio giardino e me l'ha impietosamente criticato, senza saper distiguere un nasturzio da una calendula!
No, queste sulla fronte sono rughe di riflessione, giuro ce le avevo anche 12 anni, mi sono praticamente congenite perché io penso tantissimo, cioè sono proprio una pensatrice, si può dire che pensare è il mio hobby e per forza che poi mi irrugo un po'...
Ai lati della bocca...no, queste sono fossette che mi vengono quando sorrido. Che poi si vedono solo se sto seria, se sorrido non si vedono: e allora vorrà dire che sorriderò sempre!

Altra rivista femminile , altro ritrovato cosmetico pubblicizzato : a caratteri dorati sullo sfondo bianco, mi viene impietosamente decretato che "la tua pelle è programmata per avere rughe sempre più profonde che ne dici di cambiare programma?"
Come dire "deficiente, non lo sai che cadrai a pezzi?! sarà il caso che ti dai una mossa e fai qualcosa?". Questa pubblicità fa leva sul senso di colpa! Da Newton, siamo passati all'imperativo categorico kantiano.
Che io su due piedi risponderei "e tu cosa ne dici di farti i fattacci tuoi?". Mi sento come in un film Bruce Willis in cui mi si è attivato un countdown apocalittico. Ma non ci sarà un modo più educato per pubblicizzare una cremina per il viso?

Il colpo di grazia lo prendo quando passo in rassegna un piccolo manualetto Guida alla bellezza, di Anita Naik, libello zeppo di suggerimenti pratici, lo stesso in cui nei giorni scorsi avevo appreso delle prodigiose virtù antiage dei broccoli, che mi recita perentorio : "Dopo i 25 anni perderete in media 200 grammi all'anno di massa muscolare, che sarà rimpiazzata da grasso, soprattutto su viso e collo, a meno che non corriate ai ripari".

Ma ce l'avete tutti con me? ma si può sapere cosa vi ho fatto di male?!

21 gennaio 2011

Le tette e la predestinazione filosofica


Il giorno il cui Dio distribuì le tette all'umanità, io arrivai tardi.
Forse mi ero fermata da qualche parte perchè avevo addocchiato una pianta da taleare, o più probabilmente, conoscendomi, avevo perso tempo perchè non trovavo le chiavi e così quando arrivai in loco, là dove il Signore distribuiva i beni alle sue creature, m'imbattei in folle di tettute orgogliose dell'approvvigionamento conseguito, così che mi venne il dubbio che qualcuna si era presa anche la parte che legittimamente spettava a me. Come una mia collega a cui il tipo che ci ha fatto le divise si è rivolto implorante "Signora, non si faccia più crescere il seno!"
Così mi dovetti accontentare per forza di quello che era rimasto, ossia una seconda scarsa, se non che per consolarmi gli addetti alla distribuzione si sperticarono nel fare gli elogi di quell'habitus da microdotata con cui avrei dovuto convivere. "Vedi", mi disse un angelo "con queste non c'è bisogno di spendere cifre in reggiseni impegnativi, che sostengono per bene, ti puoi comperare tutti i pizzetti carini che ti garbano..." "si!" lo interruppe un altro "guarda con queste non serve nemmeno che lo porti il reggiseno, puoi metterti abiti senza spalline, scollatissimi dietro, chiusi con una leggera stringatura davanti".
E mentre io restavo lì perplessa, un altro si fece avanti e esclamò "Dai, pensa a quando inventeranno il push up!". Gli altri angeli lo guardarono un po'di sbieco, come dire "ma come ci stiamo impegnando a convincerla e arrivi tu a guastarci la torta?!".
Poi arrivò un altro angelo dai modi un po'più sbrigativi, secondo me era stata una giornata pesante anche per loro e mi disse "non sei contenta? te ne servono poche perchè devi studiare filosofia!" e io "ma perchè? ma quando mai si è visto che le tette impediscono di studiare?" mi stavo spazientendo per questa faccenda, l'idea poi che qualcuna si fosse impadronita della mia "quota latte" mi sembrava una gravissima ingiustizia e l'angelo rincarò "ma capisci che già come filosofo non sei proprio il massimo dell'autorevolezza, se ti diamo anche le tette chi ti starà più ad ascoltare?" e per rendermi più credibile fece uno sforzo e m'aggiunse pure un paio di occhiali.

1) chi è bello con gli occhiali, è bello sempre
2)il post è riciclato, ha tre anni e mi sembrava carino dato che stasera non so cosa accidenti scrivere, riproporlo. Le tette sono inedite.

Zampette Amiche: Guglielmino, piccoletto investito e lasciato da so...

Zampette Amiche: Guglielmino, piccoletto investito e lasciato da so...: "Stamattina è arrivato in ambulatorio, 5 kg di ossicine, investito e lasciato sul marciapiede, bacino completamente fratturato, lussazione..."

20 gennaio 2011

Ad puellas

Mi erano sedute accanto tre ragazze stasera sul treno. Avevano circa 22, 23 anni: ridevano, chiacchieravano, giocavano con i telefonini.
Mi ha colpito il fatto che non fossero truccate ed erano vestite tutto sommato in modo semplice e pensare che io quando andavo all'università mi portavo in borsa anche una bomboletta di lacca formato mignon, ma non ero certo la sola a spennellarmi innanzi allo specchio del bagno della Facoltà di Filosofia!
In effetti la mia generazione ha ereditato quella femminilità un po'carica tipica degli anni '80, che oggi non ritrovo nelle ragazze normali, che sono sempre straordinariamente migliori di quello che ci vuole dare da intendere la tv.

E così mentre seguivo i loro toni leggeri stasera, al ritorno da una giornata che avevano trascorso all'università, sono stata assalita da un senso di rabbia, al pensiero che quando lavoreranno, varrà sempre più spesso il parere di un uomo diplomato, rispetto a quello di una donna laureata.

E poi si sentiranno ripetere fino alla nausea che la laurea non conta niente, da qualche collega invidiosa, che la laurea non ce l'ha, ma nel contempo si sta impegnando per far fare l'università a sua figlia (auguri!che nel lavoro tua figlia s'imbatta in un'altra str..za come te!).

E volevo quasi dirglielo e spezzare la loro gioia con il mio sarcasmo amaro, per riportarle alla realtà.

Però in un attimo ho pensato, ricacciando indietro una lacrima, che magari, nel frattempo che loro crescono, le cose possono cambiare in meglio ed è anche mio dovere impegnarmi strenuamente, perché sia proprio così.

19 gennaio 2011

la pignatta, la vacca e la carriola

" Quando mi sono sposata, ho portato in dote la pignatta e la vacca. Poi ho venduto la vacca e ho comperato la bottega".

Ha 86 anni. Energia da vendere e tanta dolcezza,come una bimba.
Un intoppo di salute lo scorso anno che sembrava averla pregiudicata , ora invece me la ritrovo davanti, sorridente, mentre spinge l'immancabile carriola.
Sta andando al suo campo. Con la carriola. La sua medicina.

17 gennaio 2011

Deh, non v'incresca la spesa e l'affanno...

Deh, non v'incresca la spesa e l'affanno,
o cari cittadin d'esta cittade;
per mantener la vostra libertade
ispecchiatevi in quelle cose che non l'hanno.
Considerate che cosa è il tiranno:
chi più si fida in sua amistade
ispesse volte in grandi strazii cade,
e non gli vale il penter dopo 'l danno.
Tiranno tira a sé tutte sue voglie:
chi priva dell'aver, chi della vita,
a chi toglie la figlia, a chi la moglie:
purché gli piaccia, la cosa è fornita;
condanna il giusto e il peccator proscioglie
e non si può dir non quando dice ita.
però con forza ardita
fate difesa e mai niuno si stanchi:
prima morir che libertà vi manchi.


Simone Serdini, detto Saviozzo
Siena 1360 - Toscanella 1419

16 gennaio 2011

mi hanno rubato una rosa! (post da leggere se proprio non avete niente di meglio da fare...)

A maggio dello scorso anno, in piena ubris rodofila , faccio un post ROSA, ROSAE.
La prima rosa è un Heritage, la seconda una Ferdinand Pichard: due splendide rose!
Oggi oziando in rete alla ricerca di qualche novità tra le rose, appunto, ritrovo la MIA foto, della MIA Heritage.
Oltretutto con un nome sbagliato!
D'altro canto sono fermamente convinta che le rose appartengano all'umanità intera!

La fabbrica delle talee



c'è un angolo nascosto del giardino, al riparo,tra le frasche, non tanto per decenza, quanto per funzionalità, dato che le talee non amano essere disturbate. E in qualche misura devono restare al riparo dal troppo sole e dagli scrosci degli acquazzoni violenti. Però amano la pioggia.
La terra non è facile da trovare, quella che vendono nei supermercati, confezionata in piccoli sacchetti, rossiccia, troppo spesso è fibrosa, come dire, si asciuga subito.
D'altro canto, una terra che trattiene troppo l'acqua, troppo nera,ricca, è facile che faccia marcire le talee.
Si prova e si riprova alla ricerca della terra migliore. Magari si mescola quella esausta dei vecchi vasi.


Io sono specializzata in talee di rose, più per gioco che per necessità, perché se voglio una pianta me la compro.
Però mi piace fare talee, anche se lo so che può sembrare un passatempo semplice, anzi, sempliciotto, perché tutto sommato mi diverto con le forbici, un po'di terra e dei vasetti di plastica, quelli che gli altri gettano via e che invece per noi femmine giardinicole sono preziosissimi. Ma divertirsi con poco è già una fortuna.

15 gennaio 2011

Gli passo accanto camminando lungo la via. Lui ricambia il saluto, ma riconosco nella sua esitazione il tentativo di chiamare alla sua memoria chi io sia.
Io di lui so che ha più di 90 anni, ma già da qualche anno.
E'in piedi e uno ad uno infila lentamente i rifiuti nella campana per la raccolta differenziata del vetro e della plastica.
Resto colpita, perché troppo spesso vedo le persone gettare via con troppa fretta i rifiuti nel cassonetto generico, quando non lo congestionano di foglie, ramaglie e quant'altro.
Addirittura c'è chi passa e lancia il sacchetto direttamente dall'auto, così che in questa zona di campagna i tratti dove ci sono i bidoni dell'immondizia diventano una sorta di mini discarica.
Quasi che occuparsi di rendere il mondo migliore, non sia un dovere di ciascuno di noi.
E lui,l'ultranovantenne, invece di fregarsene, crede nella raccolta differenziata.
Forse perché pensa che siamo all'interno di un progetto più grande, che ci attraversa, ma non si esaurisce in noi.

mahonia

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A marzo si ammanterà di fiori gialli.
E'una pianta da rivalutare nel giardino d'inverno, quando le foglie delle cime dei suoi rami, virano verso toni rossicci.

Pubblicità

La mia Panda Dynamic ha meno di 7 anni e ha quasi 67mila km, percorsi per lo più nella piana della Val di Magra.
La prima volta ho cambiato gli ammortizzatori dopo 3 anni a circa 30mila km.
La stessa sorte, contemporaneamente alla Panda della Ely, ma la sua era ancora in garanzia, io invece ho speso 200 euro.
Dopo 5 anni ho fatto il bis, nel senso che mi è toccato nuovamente cambiare gli ammortizzatori e la Ely idem. Altri 200 euro.
Non l'abbiamo detto ai nostri colleghi per non farci prendere in giro.

La prossima volta che si rompono, se tanto mi da tanto, siamo a tiro, farò un referendum.

Versilia by night

Stasera in Capannina ci sarà come ospite Noemi Letizia.

(previsto pienone di over 70?)



io parlo perché ho la Panda

...e quindi sono disposta in misura molto, molto limitata a sentire le ragioni di chi sostiene Marchionne e poi però guida un'auto straniera.
Avevo comperato la Panda perché sono convinta che l'italianità sia un valore.
Ma ancor prima di questo, considero un valore i diritti dei lavoratori.
Stamani ascoltavo i risultati del referendum mentre guidavo la mia Panda e mi sono sentita umiliata, proprio perché guidavo la Panda.
Non ultimo il mio livore verso la Fiat, che non comprerò mai e poi mai più, è accresciuto dal prendere atto della volontà diffusa di voler umiliare il mio sindacato, la Cgil, che pur con molti limiti e qualche vuoto a perdere, è rimasta l'unico sindacato in cui c'è la cognizione di cosa sono i diritti dei lavoratori, e dunque ben altro dal clientelismo subalterno con cui oggi si fa sindacato.

14 gennaio 2011

..di certe cose non mi stanco mai

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la daphne odora aureomarginata ha iniziato a schiudere i primi fiori...
spero che un giorno internet permetta anche di sentire i profumi


tanto va la gatta in giardino...

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...ma non si bagna lo zampino!

La gatta Sissi mi ha accompagnato in giardino stamani, ma come si evince dalla foto, è stata bene attenta a non poggiare le zampette nell'erba bagnata.

Bergenia

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sopravvive a tutto. Anche ai posti più infelici del giardino, dove ha il coraggio di fiorire anche a gennaio.

Elicriso

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Profuma di curry o di liquirizia, dipende dal nasino di chi annusa.
Diffusissimo allo stato spontaneo (più mediterraneo di così!) nel mio giardino invece si riproduce facilmente per talea a fine estate. Ne faccio sempre un bel po'.

L'elicriso mi piace perché è colorato d'argento in ogni stagione e perché profuma di liquirizia.

13 gennaio 2011

I gladioli sono i fiori delle nonne

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....delle case di campagne, delle vacanze d'estate, di quei pomeriggi di sole che sembravano essere interminabili, quando mangiare un cono a due gusti era già una festa.

il gladiolo in foto è della scorsa stagione. Di solito lascio i bulbi nella terra, la scorsa estate ne ho cavati alcuni e per custodirli in attesa del momento buono per metterli di nuovo a dimora ma in un altro posto. Li sposto insomma.
Mi piace il divenire in giardino.
Perché come diceva il grandissimo Ippolito Pizzetti:
"Il giardino è come il teatro, sempre in movimento".

insuperabile made in Italy


più la vedo, più penso che Loredana Bertè era smisuratamente bella. E a suo modo lo è tuttora. Però era, ed è ancora oggi, un'artista così intensa, che la bellezza passa in secondo piano...

12 gennaio 2011

compagni di viaggio: punk

Entrano tre ragazzotti nello scompartimento. Complessivamente sono tre ragazzi come tanti, anche se uno di loro è un punk. O almeno vorrebbe essere tale. Con 35 anni di ritardo.
Va beh....
Beve birra e puzza. O meglio beve una birra puzzolentissima.
Da quando ho smesso di fumare avverto gli odori più intensamente.
E mi copro naso e bocca con il foulard, come una gentildonna d'altri tempi.
Lo capirà che ce l'ho con lui?
Ma perché non vai a punkeggiare altrove?!

compagni di viaggio: eroi del quotidiano

Sono nel sottopassaggio e sento il fischio del treno.
Addio, l'ho perso!
Arrivo sul binario di corsa. Le porte sono chiuse, meno una.
Guardo il controllore implorante.
Un signore sulla cinquantina. Una faccia buona.
Pacato: deve prendere questo treno? Manco a dirlo: SI!!!
Mi spertico in ringraziamenti una volta a bordo!
Gli sono profondamente grata!

Quando arrivo a Genova lo incontro nuovamente nel vagone e lo ringrazio ancora.
Lo seguo con lo sguardo e vedo che incrocia una signora dai capelli rossi, la quale lo saluta radiosa.
Anche lei si appresta per scendere e così le faccio una domanda, ma la risposta è scontata : "è stato gentile anche con lei?".
Abbiamo incontrato entrambe uno di quelle persone che giorno dopo giorno, facendo il proprio dovere, lontano dai clamori, mandano avanti il nostro Paese.
O meglio si ostinano a farlo andare avanti.



11 gennaio 2011

Pigiamino estivo

Lo riconosco a una certa distanza, mentre mi dirigo verso lo sportello del bancomat.
Ricordo la prima volta che c'incontrammo: avevamo entrambi 16, 17 anni, eravamo in casa di amici e lui indossava un pigiama, anzi un pigiamino estivo. Che mi sembrava buffo averlo conosciuto che era in pigiama.
E'uguale ad allora. Come se il tempo per lui non fosse passato. L'ho sempre visto così in tutti questi anni.
Io all'epoca che c'eravamo conosciuti non lo sapevo che era in fama di bello, che frequentava ragazze più grandi, che faceva già il modello e così con quel pigiamino indosso, mi sembrava un bambinone e di conseguenza non l'ho considerato, se non con la sufficienza che hanno le giovani donne che si sentono più grandi dei loro coetanei.

Ci siamo rincontrati di nuovo da vicino anni dopo. Qualche giro sull'auto della scuola guida insieme all'istruttore. Io guidavo, lui chiacchierava. Si fece avanti per farmi una cortesia per il negozio di sua mamma. Una frequentazione neutra di qualche giorno.
Non me lo sono mai filata molto, ma è stata una cosa casuale, però a certi uomini gli dà fastidio se il mondo li adora e tu no.
E hanno il mappale delle loro coetanee. E quando ti rincontrano aggiornano l'inventario generazionale, lo so.
Lo vedo con la coda dell'occhio che mi guarda. Faccio finta di niente.
Mi levo il cappello. A un certo punto è una mera questione di orgoglio personale liberare i miei capelli. Fargli vedere che ho retto il tempo che è passato. Mi slaccio il giubbotto. Per fargli vedere come sono, accidenti ai giubbotti invernali!
E vedo che mi vede, mentre faccio finta di non vederlo. Che scema che sono!
L'orgoglio, l'orgoglio... Lui sicuramente è abituato a queste sceneggiate femmine in sua presenza!
Levarmi il cappello, aprirmi il giubbotto...certo che capisce che lo sto vedendo!
E'dall'altro lato della strada. Alle mie spalle. Con la coda dell'occhio lo vedo fermo all'angolo del bar, i capelli nerissimi, il giubbotto verde scuro, alto, piantato, colto in questo momento d'ozio contemplativo verso una sua coetanea.
Termino l'operazione con il bancomat e mi allontano seguita dal suo sguardo.
Ma come si chiama? e chi se lo ricorda più !

10 gennaio 2011

Elleboro (ancora)

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elleboro foetidus (particolare)

Omaggio a Guglielmo d'Ockham

"Racconta ancora", disse Guglielmo, "racconta come ti sei salvato da quei cani".
"Oh sì, cani, Guglielmo. Cani rabbiosi. Mi trovai a combattere con lo stesso Bonagrazia, sai?"
"Ma Bonagrazia da Bergamo è con noi!"
"ora, ma dopo che gli ebbi parlato a lungo. Solo a quel punto si convinse e protestò contro la Ad conditionem canonum. E il papa l'ha imprigionato per un anno".
"Ho sentito che ora è vicino a un mio amico che è alla curia, Guglielmo di Occam".
"L'ho conosciuto poco. Non mi piace. Un uomo senza fervore, tutta testa, niente cuore".
"Ma è una bella testa".
"Può darsi, e lo porterà all'inferno".
"Allora lo rivedrò laggiù, e discuteremo di logica".
"Taci Guglielmo, " disse Umbertino sorridendo con intenso affetto, "tu sei migliore dei tuoi filosofi. Se solo avessi voluto..."

Umberto Eco, Il nome della rosa, 1980

io al massimo so preparare il caffé...

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Giuro! una volta cucinavo anch'io. Poi ho smesso.
Nella festa di fine giugno c'era l'inaugurazione della cucina nuova, di cui io mi ero premurata di scegliere unicamente il colore. Celestino.Ho delegato tutto il resto. Con le mie colleghe che mi dicevano che "la cucina è una cosa di cui si interessa un po'più la donna". Io perplessa: "si? boh?". E così non capivo l'entusiasmo per la piastra in vetroceramica ad induzione a gas. Non elettrica. Il lavello nero fatto arrivare appositamente dalla Spagna. Il rubinetto che sembra l'alabarda spaziale di Goldrake.
E le maestranze esilaranti che come al solito arruoliamo, compresi due nerboruti carrarini che mentre lavorando discutevano di tipe rimorchiate con la web cam : "ai'ho dit, cost'm sesso virtuale, fam veder la p ...".
Però della mia cucina amo smisuratamente la lavastoviglie!



elleboro

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certe volte penso che la mia dimensione più autentica, quella migliore, la rinvengo in giardino.
E tutto il resto è solo un impiccio, che si pone innanzi a ciò che mi piace fare davvero.
Nella loro ritualità stagionale, i miei fiori, le mie piante, riescono sempre a sorprendermi e al tempo stesso a rassicurarmi e la loro bellezza mi commuove.

in foto: elleboro foetidus

Daphne odora aureomarginata

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Una foto di questa mattina dice poco. La daphne bisogna annusarla. Il suo profumo mi arriva a distanza di metri.
E'stato un colpo di fulmine, per me, la daphne odora areomarginata.
Una lettura oziosa di Gardenia e subito : la voglio!!! e poi il pomeriggio stesso, l'ho trovata fortuitamente a un passo da casa mia. Mi ci sono imbattuta davvero per un mega colpo di fortuna!
Perché quando qualcosa è destinato proprio a te, è come se tutto quanto concorresse allo scopo.

09 gennaio 2011

nottetempo...zampette, zampette!

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Io non so chi nottetempo scorazza tra i miei vasi e vasetti, rovesciando talee di lavanda, rose ed elicriso.
Però nutro qualche sospetto...

(in foto, la gatta Silvestra)

08 gennaio 2011

voglio una vita equa & solidale!

La folgorazione l'ho avuta entrando nel box doccia una sera d'inverno dello scorso anno, quando mi sono ritrovata a contare qualcosa come 8, 9 flaconi di balsamo e shampoo e alla vista di tutta quella plastica ho preso coscienza di non essere una donna, ma un ecomostro!
Da lì ho iniziato a cambiare timidamente, fino ad arrivare ad un'ulteriore conversio animi, nel settembre scorso, in seguito alla lettura del libello fashion-ecologista " Il verde va con tutto. Come cambiare il mondo con stile" di Blancard Tamsin.
Da allora ho assunto in modo abbastanza rigoroso una serie di comportamenti pratici, vuoi nel fare acquisti scegliendo prodotti etici ed ecologici, vuoi nell'uso degli elettrodomestici, e più in generale ho cercato di dispormi, almeno sto cercando di farlo (!) ad un approccio meno consumistico nei confronti degli oggetti.
Per quanto mi è possibile fare, cerco di interrogarmi sull'origine di ciò che compro, cibo dei gatti compreso, sulla corrispondenza tra il prezzo che mi è proposto e il valore effettivo, e soprattutto cerco di essere onesta con me stessa e mi chiedo se ho davvero bisogno di ciò che sto per acquistare o se non si tratterà dell'ennesimo paio di scarpe o dell'ennesima maglietta che dovrò ricordarmi di indossare.

res, signa e rose

Graham Thomas

stamani camminavo nella mia piana durante l'orario di lavoro e guardavo il cielo grigio, fitto di nubi portate dal vento di scirocco.
E quel cielo grigio e quelle promesse di pioggia, mi facevano pensare che l'inverno è crudele.
Poi ho chiuso a chiave un cancello e ho imboccato la strada deserta in mezzo alla campagna.
Lì sull'asfalto ho visto una cosa che conosco bene: un cartoncino, una striscetta bianca con scritto in verde scuro David Austin Roses, cioè uno di quei cartellini identificativi che si appongono alle rose, per dichiararne il nome e la produzione. Qua. Nella strada di campagna.
Mi chino e lo raccolgo. E'un cartellino della Graham Thomas, la mia rosa preferita!!!
Io amo smisuratamente la Graham Thomas! E'stata un colpo di fulmine, l'ho voluta non appena l'ho vista!
Curioso imbattermi in un suo cartellino qua, nella strada di campagna!
Mi infilo in tasca il cartellino chiedendomi come sarà capitato qua.
Sbircio nel giardino dell'unica casa nelle vicinanze, se ci siano stati fatti impianti recenti di nuove rose: niente da fare. Resta un mistero questo cartellino, nel deserto di questa strada a margine tra i rovi, e i resti della città antica coperta di marmo bianco.
Riparto per il mio giro di lavoro, però nel frattempo mi sembra che mi sia successo qualcosa di bello.


foto la mia rosa Graham Thomas

06 gennaio 2011

giacca da lavoro

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la spilla è un valore aggiunto.
E'il genius loci. E'la nonna di mio nonno, Filomena, che faceva l'ostessa dove oggi lavoro io. E'mio zio Sandro, frate missionario, che l'ultima volta che lo vidi, mi raccomandò di sorvegliare i marmi reimpiegati nelle vecchie case. E'la mia piana, dove oggi io mi tiro dietro le persone che vengono da ogni dove, proprio lì quand'ero piccola ci passava la corriera Lorenzini che ci portava tutti al mare, mamme e bambini, e la radio (in corriera!) trasmetteva Tu di Umberto Tozzi. E per forza eravamo più felici!
L'ultima volta in corriera lì in mezzo ci sono passata nel 1989: fresca di maturità, avevo i capelli lunghissimi, uno zaino in cui avevo scritto in latino dei versi di Catullo e un fidanzato di Biella, Luca, che mi aspettava al mare.
Poi hanno deviato la strada , e la corriera non ci passa più, ci cammino io ogni giorno con la gente al seguito. E gli racconto della corriera, per spiegargli come le cose sono cambiate, migliorate.


Stamani un utente mi ha chiesto come mai ho scelto di fare il mio lavoro.
Gli ho risposto che non l'ho scelto, fondamentalmente è stato un colpo...di fortuna ottenere un posto statale di questi tempi.
Siamo stati in giro e poi lui e la figlia mi hanno scritto cose molto toccanti sul registro degli utenti, è una cosa che mi accade spessissimo, nondimeno mi ha fatto, ancora una volta, molto piacere. Io ho un po'sempre la sindrome della laureata in filosofia che non è abbastanza valorizzata, rispetto a quel ruolo che invece quotidianamente svolgo con entusiasmo e competenza. Perché non ho mai smesso di studiare in questi anni.
D'altro canto confido che dopo aver avuto tra gli ultimi miei tre ministri, escluso Rutelli dunque, i filosofi Buttiglione e Bondi, qualcosa prima o poi toccherà anche a me.

acqua, sesso e broccoli

Dalla lettura di "Guida alla bellezza" di Anita Naik apprendo che per "mantenersi giovani e belle", bisogna bere due litri di acqua al giorno, fare sesso regolarmente e mangiare broccoli.
Quanto vengono i broccoli al kg?

Routine di bellezza

Stasera mi era venuta l'idea di annotare sul blog la mia cosiddetta routine di bellezza, appuntando diligentemente il nome dei cosmetici che uso, la frequenza con cui li adopero e le relative virtù. E quindi redigere l'elenco di quelle cose che faccio per mantenermi in dignitoso stato di conservazione.
Ma poi ho pensato che un post scemo sono sempre in tempo a scriverlo.

Crazy Love -Marianne Faithfull

05 gennaio 2011

istinto femminile giardinicolo

nasturzio rosso

si sente che è virato l'anno, lo sento dall'aria, dalla mia voglia di primavera, dalla terra che lenta si prepara in segreto a rinascere.
E i giorni corrono veloci e tra un paio di mesi (!) sarà già il momento buono per seminare i miei adorati nasturzi.
Appetibili in insalata, ornamentali per piatti freddi, contengono lo vitamina C e pare che abbiano anche virtù afrodisiache.

foto NASTURZIO

acronimi, referendum e ricatti

Fiat significa Fabbrica Italiana Automobili Torino, dunque, per dirla come Lapo, il brand è italiano. Quindi se te lo porti in capo al mondo, devi tenere conto che il significato totale muta e nell'arco di tot anni ne registri le conseguenze economiche.
Magari trovi altri mercati, magari no.

E poi non trovo giusto che il referendum debbano accollarselo i lavoratori: secondo me dovrebbero sottoporlo a noi che abbiamo acquistato un'auto Fiat, anche perché è un marchio italiano e questo è un valore.
Per quanto mi riguarda, nelle mie intenzioni, avrei sposato la Fiat per sempre, ma se vincerà la linea di Marchionne, nel modo più assoluto, mi rivolgerò altrove quando dovrò acquistare un'auto nuova.

Ognuno fa il ricatto che gli compete.


04 gennaio 2011

Dante e Rosy


Photobucket

Apro per caso un vecchio libro di Byron. Lo chiesi in prestito a mio nonno più di 20 anni fa e lui me lo diede controvoglia, anzi mi chiese energicamente di restituirglielo.
Invece non l'ho fatto, me lo sono tenuto, ma non per cattiveria o per cupidigia, piuttosto per indolenza, dato che sapevo che la sua gelosia momentanea nei confronti di questo libro, o meglio, del mio desiderio verso questo libro, era un suo capriccio, di cui poi si sarebbe scordato perché mio nonno Nandino della Battilana, dovevi pigliarlo così.
Io all'epoca avevo 17, 18 anni, pochissimi soldi e tanta voglia di poesie e fu così che entrai in possesso di questo libro, quasi come un anticipo forzato di eredità.
In copertina il titolo dell'autore dunque BYRON e le opere Il Giaurro, Lara, Melodie ebraiche, Caino. Un'edizione Utet.

E stasera dopo tanto tempo, riprendo quel libro e mi soffermo su ciò che 20 anni fa avevo trascurato.
Una dedica vergata con una bella calligrafia femminile:

A Dante per il 25 ottobre del'45
Rosy

E tra le pagine del libro una piccola foto che ritrae questa bella coppia. Saranno loro Dante e Rosy? Penso di si! La scansione non rende giustizia! sono proprio una bella coppia. Lei ha una bellezza superba e un'eleganza, il giro di perle, il foulard,il portamento, che mi ricorda tantissimo Jacqueline Kennedy.
Si sono amati? Chi era Rosy che nel 1945 regalava al suo uomo un testo di poesie di Byron? Dove lo avranno acquistato?

Nonno dal paradiso dei comunisti dove sicuramente ti trovi adesso, hai mica qualche altro libro speciale da farmi arrivare in eredità?

01 gennaio 2011

Proposta

Domani è domenica.
Ma tutte queste feste, non si potrebbero rateizzare?

La ricetta della nonna

questo è un post di risulta, cioè un vecchio post. Lo ripubblico perché oggi ho lavorato ed è stata una di quelle belle giornate di sole e di festa, che riempiono di gente allegra la mia piana e io sono felice quando la mia piana si riempie di umanità varia e le persone mi chiamano signorina e mi chiedono cosa significa apotropaico.
Post di risulta, ma dedicato con ammirazione , affetto, e serietà alla mia antenata Filomena, dell'ordine delle vestali della dea Luna, colei che vuole solo ciò che è Bene e tutela ciò che è Bello.

La nonna di mio nonno si chiamava Filomena e fu per lungo tempo un'ostessa nella piana di Luni.
Anzi, ho serie ragioni per pensare che fosse l'ostessa per eccellenza da quelle parti, diciamo tra la fine dell' Ottocento e i tre decenni del secolo successivo. Mio nonno Nandino, che a Luni ebbe modo di trascorrere l'unica vacanza della sua vita, notare che lui veniva da Battilana, cioè a circa 2,5 km di distanza, mi ha raccontato che quella locanda fungeva anche da una sorta di ufficio di collocamento, perchè lì si incontravano quanti cercavano lavoro nelle cave di marmo, con coloro che erano in cerca di maestranze.
Poi non mi ha raccontato altro, perchè tanto mio nonno era fatto così, gli chiedevi qualcosa e partiva per i fatti suoi "Eh, sarebbe bello che l'aprissimo anche noi una locanda a Luni, vicino al colosseo (n.d.r. l'anfiteatro), sai quanta gente, quante famiglie ci verrebbero a mangiare la domenica..." "Si (ghe mancherisse!) ma mi racconti qualcosa di tua nonna..." e lui niente da fare, continuava dritto a seguire l'onda dei suoi pensieri: "Ma te lo sai quanta gente la domenica va a pranzo fuori con la famiglia e vogliono mangiare bene?" e poi rivolgendosi a sua moglie, mia nonna Beatrice con tono di rimprovero " 'ne Bia'ma n't'ha insegnat'a la to'nepota a fari da magnar?!" e così via, di modo che io della sua nonna Filomena, con molto rammarico, so pochissimo.
So che ebbe tre mariti, dei quali ignoro il nome, e dell'ultimo restò vedova perchè lui, sordo per il lavoro alle cave, una sera rientrando a casa, attraversò la ferrovia, ma non sentì il fischio del treno.
Però da questo dato sullo stato civile, posso dedurre che Filomena era una donna che credeva nell'amore e tutto sommato, morto un marito e ripigliatosene un altro, era anche una donna dotata di un certo senso pratico.
Posso immaginare il suo giardino che poi sarà stato come i giardini poveri delle case di un tempo, dove i fiori si coltivavano anche e soprattutto per portarli al cimitero, così che si tendeva ad avere quelli che avevano il meno possibile bisogno di cure, cercando di garantirsi tuttavia le fioriture mese dopo mese. E così avrà avuto i muscari blu, i narcisi gialli, gli iris bianchi e viola e via via stagione dopo stagione per non restare mai senza.
E la locanda? presumo lì si potesse mangiare di domenica la pasta all'uovo, ovvero"gli stringon con la psela" e "la fritela d'castagnacc" e nei giorni feriali "la pasta al pisto" o "'na po' de polenta". Per chi ne volesse poi ci saranno stati anche la "vergazzata" e il "marligà". (*)
Più o meno i piatti suppongo fossero sempre i soliti, voglio dire era una locanda dove andava la gente comune, gli operai di Fabricotti. A quel tempo la scelta era ristretta per foza di cose, già era una fortuna avere qualcosa nel piatto e anche se qualcuno degli avventori faceva lo spiritoso e le chiedeva "ne Filò, cost'ha fat'da magnar?" io m'immagino lei, l'ostessa Filomena, che gli spiritosi doveva tenerli a bada, avrà risposto: "Per te ai ho fat' la mnestra del cornuto!".Che poi sarebbe la pasta in bianco, quella più elementare, in ragione del fatto che la presunta moglie fedifraga perde tempo ad andare in giro e dunque si ritrova cucinare in fretta e furia, la pasta condita con l'olio d'oliva e una spolverata di parmigiamo.
Così se vi capita di rinvinire nel secchio dell'immondizia un involucro di "Quattro salti in padella", fate le vostre opportune considerazioni.

*"gli stringon con la psela" sono le tagliatelle all'uovo condite con il ragù e i piselli
"la fritela d'castagnacc" ovviamente sono le frittelle con la farina di castagne
"la pasta al pisto" c'è bisogno di dirlo?
la "vergazzata" la pancetta del maiale arrotolata e stagionata
il "marligà", o testa in cassetta , com'è noto del maiale non si butta via niente...