28 febbraio 2011

Il cappello

DSC03426

Mi piace indossare i cappelli e in ogni caso il loro uso mi è d'obbligo a causa della sinusite.
Non capisco come mai solo una parte esigua delle persone che incontro ogni giorno indossi il cappello, mentre la stragrande maggioranza della gente esponga la testa allo stress dei rigori invernali.
Inoltre, da donna, non capisco perché privarsi di un accessorio che può essere davvero delizioso, per varietà di stili, fogge e colori.
Stamani ho incrociato una vicina di casa, una signora ultrasettantenne, per intenderci, una di quelle donne sempre curate, sempre eleganti, che è un piacere osservarle, che indossava una bustina di panno di color celeste-acquamarina: smisuratamente chic!

(foto: un mio chiccosissimo cappello)

dal sito di Save the Dogs: RITORNO ALLE UCCISIONI, DOMANI LA COMMISSIONE DECIDE

In Romania: è previsto per domani il voto su un nuovo disegno di Legge che azzera i contenuti della 9/2008 e che prevede un ritorno al massacro dei randagi.

Invito a leggere la pagina a cui rimanda il link, cioè al sito dell'associazione Save the Dogs.
Seguo da alcuni anni questa realtà che opera con immane fatica a favore dei cani randagi rumeni e la mia piccola, deliziosa Apua, che ora è in sala a ronfare sul divano, un tempo era una di queste povere bestiole.
Dato che la Romania è nella UE sarebbe giusto che il problema del randagismo venisse affrontato con criteri più moderni ed efficaci, a partire dalle sterilizzazioni degli animali, che sono l'unico modo per debellare il randagismo.
Ed è paradossale che da quegli stessi paesi in cui gli animali non hanno diritti,poi vengano importati in cuccioli di razza e alla moda, a cui magari far ripulire il pedigree in Italia da qualche trafficante compiacente. E acquistarli facendo finta di niente, vuol dire essere complici, perché dopo tutte le denunce che ha fatto Striscia la Notizia, non c'è giustificazione che tenga.


de gustibus

...questo blog è una noia! ad ogni piè sospinto si parla di giardinaggio...
Quasi quasi rifaccio un post sulle tette...

27 febbraio 2011

Comunicazione di giardinaggio caustico

Baronesse  rosa di Tantau

In questo periodo sto potando le rose. Con alcuni scarti delle potature faccio le talee.
Secondo me la storia che la rosa più la poti e meglio è, non è giusta, anzi mi sa di baggianata, o meglio di una delle tante credenze orto-giardinicole, che si ripetono per ignoranza. Lo so che al mondo ci sono problemi molto più urgenti, ma mi sembra giusto dare il mio parere di femmina giardinicola.
Riepilogando, si taglia quanto c'è bisogno. Se la pianta è giovane, gli si dà un verso, cioè si fa una potatura di formazione, se invece è adulta non ci si va giù pesanti con le forbici...a meno che non si voglia realizzare un progressivo rinnovamento della pianta, che si realizza tuttavia nel corso di più annate. Magari un anno si insiste di più con le forbici, l'anno successivo invece ci si contiene. Poi c'è rosa e rosa. Stop. E buoni libri di giardinaggio pratico.

Nella foto del maggio 2010 rosa Baronesse di Tantau. Sexyssima!

euphorbia myrsinites

Photobucket

due post indietro: il particolare, ora l'intero.

25 febbraio 2011

ok, ci riprovo.

Due settimane d'influenza e poi un tentativo di rientro nella vita civile et produttiva, che si è tradotto in altre due settimane in cui mi sono trascinata in giro, alternando nausea, senso di debolezza e... colpi di tosse degni d'un Polifemo.
Ho vissuto momenti impegnativi, quando un pezzo di pizza mi è costato un giorno di vomito e quello successivo di digiuno, in un'alternanza che era come un copione, salvo poi trovarmi in giro per Genova fino a sera, cioè a 120 km da casa, con il lauto supporto calorico di una fetta biscottata o un pacchetto di cracker, quando è stata festa grande.
Comunque è stranissimo che una come me, si sia ritrovata senza appetito: io non sono una che si nutre di yogurtini e verdurine gne gne gne...cioè lo sono stata quando ero ragazza, voglio dire un numero rispettabile di anni fa!
Da molto tempo invece sono una donna di sane abitudini gastronomiche, spesso faccio il bis con la pasta, mi piace abbondare con l'olio d'oliva e udite, udite, uso anche il burro!
Io sono una che di mattina mi sveglio perché ho fame!
E invece eccomi qua.. inappetente!! Stazzonata...
A tratti mi sono sentita tutti i miei 40 anni e pure una manciata di quelli di qualche altra : la signora della profumeria infatti mi ha riempito di campioni di crema viso ai filler, per rimpolparmi la faccia.
In compenso mi sono infilata un paio di pantaloni neri, impietosamente attillati, che non mettevo da un bel po'di tempo, come dire...non tutto il male viene per nuocere...voto 10 all'autostima!
Il medico mi ha dato una pasticca blu per riequilibrarmi lo stomaco, boh, avrà davvero capito qual è il problema?
Comunque da ieri sera ho ricominciato a mangiare: parmigiano e patate lesse: e vaiii!!!

Euphorbia myrsinites

Photobucket

donum Tillae

18 febbraio 2011

Comunicazione giardinicola

Photobucket

Ho iniziato a potare le rose.
Quest'anno non ci voglio andare pesante con le forbici, perché gli ultimi due anni ho svecchiato abbastanza le mie predilette, altre invece lo scorso anno non le ho nemmeno sfiorate per mancanza di tempo e dunque ora dovrò rimediare.
Con le potature farò le talee.
Una volta potavo in autunno, poi seguendo i libri di giardinaggio sono arrivata ad individuare la fine di febbraio come il periodo migliore.
Se sono potate bene, le rose sono più resistenti alle malattie ed è per questo motivo che cerco di compiere l'operazione di potatura con grande scrupolo, anche perché io non adopero trattamenti chimici sulle mie rose: voglio loro troppo bene!
in foto: Rio Samba

Principessa triste: l'epilogo

Il 12 febbraio ho scritto questo post.
Purtroppo l'epilogo è stato questo e nel complesso poteva anche finire ben peggio.
Spero che questa ragazza ritrovi la strada di casa o comunque di un luogo sicuro in cui far crescere il suo bambino.
Mi chiedo se si può fare qualcosa, per aiutare chi rischia di farsi male per troppo amore, o meglio per un amore malato.

14 febbraio 2011

I giardini pubblici di La Spezia

La Spezia è la città che fa provincia, ma noi del contado e delle cittadelle intorno, abbiamo guardato ad essa, sempre con un po'di sufficienza.
Perché noi siamo più antichi, da Luni, a Sarzana a Portovenere, alla Val di Vara, alle aspre Cinque Terre e invece La Spezia città è giovane, non ha la nostra Storia.

Credo che la colpa di Cavour, quando ha spostato l'arsenale militare da Genova a qua, così che il golfo per decenni ha assunto le sembianze di una enorme caserma della Marina Militare.

VIVISEZIONE COSMETICI

AMICI DI CHICCA: VIVISEZIONE COSMETICI:
BISOGNA CHIEDERE CHE LA SCADENZA DEL 2013 VENGA RIGOROSAMENTE RISPETTATA!!!

13 febbraio 2011

Se non ora, quando. La Spezia

Alla fine poi ho deciso e sono andata.
Eravamo davvero tantissime e tantissimi.
Secondo me, nessuno di noi credeva che saremo stati così in tanti. Con una giornataccia fredda e piovosa.
Sono contenta della risposta che ha dato la mia città.

DSC03405
"Non siamo mai stati tanto patrioti come oggi!" si esclamava dal palco!

DSC03401
Gente di tutte le età in piazza del mercato. Senza bandiere, senza partiti!
DSC03382

DSC03397
Ma in quanti eravamo oggi?! domani ce lo diranno i giornali.
DSC03390
Le mitiche arance di piazza del mercato.

DSC03386

Per noi donne liguri, l'appuntamento di oggi richiedeva, niente sigle, né bandiere, ma una sciarpa bianca. Oh, caso vuole che mia suocera a Natale me ne abbia regalato una, che io ho anche sbuffato perché io non indosso le sciarpe, ma preferisco i foulard!
Però oggi invece la sciarpa bianca l'ho indossata volentieri!!!!eccome!
Tuttavia c'era anche chi la sciarpa bianca l'ha come dote naturale...

DSC03400

La Spezia ha dei bellissimi giardini pubblici, che ho attraversato per recarmi dal parcheggio alla piazza della manifestazione, approfittando per raccogliere dei rametti di rose potate di recente. Per farci delle talee, ovvio!

12 febbraio 2011

Principessa triste

Li ho notati in treno, lui passava veloce e lei che lo seguiva restandogli indietro di qualche metro. Carina, vestita con un certo garbo, ma con il naso nero, come per un livido. Avrà avuto 22, 24 anni, capelli neri lunghi e un capottino scuro. Si, molto carina. Quando l'ha raggiunto ha emesso come un gemito, un singulto.
E io ho osservato i due cani che loro avevano al guinzaglio : conosco storie di ragazzi che vivono con i cani. Quei cani che mi lasciano perplessa perché non hanno né il vantaggio della libertà, né quello di avere un padrone e una cuccia comoda, ma dormono per strada, mentre i ragazzi chiedono spiccioli ai passanti.
E resto perplessa anche da ragazze come lei, che al seguito di un fidanzato si ritrovano a un angolo di strada a fare la questua, mentre le loro coetanee gli sfilano davanti, vestite bene, con i capelli freschi di shampoo e gli stivali nuovi.
E lei invece chissà dov'è stata oggi, in compagnia di questo ragazzo magro e nervoso, che continua a fare avanti e indietro per il vagone.
E poi perché quel naso scuro? Secondo me se l'è rotto e ha un bel ematoma che spiega quell'aria sofferta e quel gemito.
Scendiamo dal treno e ci avviamo fuori dalla stazione , quando lui passando innanzi a due studentesse che stanno parlottando, chiede con un piglio decisamente sfrontato se gli offrono una sigaretta. Senza proferire parola la ragazza che sta fumando gli dà una sigaretta, ma lancia uno sguardo stupito all'amica e ridacchia come per dire "ma guarda questo qui..."
Conosco certi comportamenti: il chiedere una sigaretta non tanto per la voglia di fumare, quanto anche per l'abitudine a chiedere al proprio prossimo.
E loro due si allontanano lungo il viale camminando veloci, lui davanti e lei sempre dietro. E penso che in quello zaino enorme che lui si regge sulle spalle, ci sia dentro tutta la loro casa.

Coincidenza vuole che io li rincontri il giorno seguente: intuisco da dove vengono, perché so che alla fine di quel viale c'è un posto dove passano la notte i ragazzi con i cani.
Li incontro infatti spesso lungo quel viale, i ragazzi che non hanno casa, che camminano, talora con uno cane o più cani al seguito, talvolta con uno strumento musicale. So che vanno e vengono da un luogo in abbandono dove possono dormire alla bel e meglio, ma quello non è assolutamente un posto dove portare una ragazza!
Troppo pericoloso per via dei lupi disperati della notte, che non basta un fidanzato a difenderti!
E li vedo dunque, con i cani, lo zaino e lei che questa volta ha un cerotto posticcio sul naso rotto e nero a causa dell'ematoma.
Come farà a lavarsi? ad avere un cambio di biancheria?
Chissà a casa con che angoscia l'aspettano!
Perché non credo che certe ragazze abbiano cattive famiglie, o comunque non necessariamente. Magari i suoi genitori non vedono l'ora che torni.
Mi chiedo cosa ci sia di sbagliato nella dimensione femminile perché si incappi in situazioni del genere: sicuramente c'è qualcosa che non funziona a livello educativo, bene inteso, nell'educazione al femminile, che fa passare il messaggio che amare un uomo significa mortificare se stessa.
Non so se sarò capace né se avrò modo, ma qualora mi capitasse di incontrare di nuovo quella ragazza, proverò a parlarle.

Un sorriso dal giardino

DSC03357

Mi piace che il mio giardino strappi un sorriso a chi passa. Certo anche a me!
Perché il giardinaggio per me ha una dimensione, come dire ludica, prima ancora che una valenza estetica.
Per questo motivo in giardino io dissemino piccole statuine di animaletti e di fatine, se non che dopo un po'di tempo non li trovo più, perché si vanno a nascondere chissà dove!
E d'un tratto, mentre perlustro perplessa un viottolo o scruto il punto esatto dove eseguire una potatura, ecco che misteriosamente, tutto d'un tratto, hanno deciso di riapparire!
E regalarmi un sorriso!

11 febbraio 2011

... ma anche le violette!

DSC03356

....

E non son triste. Ma sono
stupito se guardo il giardino...
stupito di che? non mi sono
sentito mai tanto bambino...

Stupito di che? Delle cose.
I fiori mi paiono strani:
Ci sono pur sempre le rose,
ci sono pur sempre i gerani...

Guido Gozzano, L'assenza


Passione travolgente (vergogna! vergogna!)

Pomeriggio d'inverno, che sa già di primavera. Le giornate si stanno allungando, e di conseguenza cresce anche l'ottimismo.
Percorro i portici della centralissima via XX a Genova, con un occhio all'orario del treno e l'altro alle belle vetrine. All'andata mi fermo quasi sempre un paio di minuti per scrutare un negozio che vende borse fantastiche. Al ritorno invece attraverso i due lati dei portici in cui trovano posto gli scaffali di un negozio di piante. Al volo mi dico" ce l'ho! ce l'ho! mi manca..." .
In questi giorni ho visto una grande assortimento di peonie arboree, ma la mia attenzione è stata catturata da alcune felci, o meglio da un tipo di felce che non avevo mai visto. Bella? no, curiosa! E in un millesimo di secondo penso che se mi fermassi ad acquistarla inevitabilmente finirei con il perdere il treno, devo andare! quindi indietreggio dallo scaffale per riprendere la mia marcia, mi giro e ... scontro una signora anziana con le stampelle!
Ecco cosa succede a camminare all'indietro! Sono mortificata!"Scusi! scusi! scusi!"
La signora mi fa un sorriso dolce, un po'di compatimento, ma resta in silenzio mentre io esclamo "Mi scusi, ma quando vedo le piante non capisco più niente!!"
Accidentaccio alla felce! Poi alle volte uno si crede che il giardinaggio sia un passatempo innocuo...

07 febbraio 2011

06 febbraio 2011

Rientro?! Si, però...

Sono reduce da una perniciosa influenza stagionale, aggravata da una predisposizione personale alla sinusite.
Giorni e giorni scanditi dall'aereosol, dallo stupidario televisivo e da pensieri oziosi tipo questo: come mai certi blog hanno tanto seguito?
Si, certi perché scrivono meglio di me.Certi proprio no...
Sono molto debole, nondimeno mi preparo per forza di cose a rientrare nel mondo civile per la giornata di martedì, quando riprenderò il mio ritmo di treni, di turni, di corse, di ritocchi di rossetto, di utenti che mi chiedono "che tempo farà domani?" (ma sei scemo? ma ti sembro il colonnello Bernacca?)e colleghi alle prese con domande ferie, faide sindacali e vicissitudini di suocere.
E così dopo due settimane abbondati di eremitaggio, tiro fuori il silk epil...ehi!ho detto il silkepil, non un decespugliatore industriale, sia chiaro!
Poi passo alle pinzette per le sopraciglia. Ieri mi sono sistemata le unghie, che per volontà di controtendenza (e velleità giardinicola) porto senza smalto e corte. Però mi cade lo sguardo sullo smalto rosso nel beauty....vedremo!
Mi passo sul viso una quantità generosa di olio d'argan, mentre penso che quasi quasi domani potrei anche farmi una maschera all'acido ialuronico , ma no, non è il caso.
Annuso voluttuosamente una crema per il corpo che profuma di mughetti.
Passo in rassegna alcuni vestiti e decido di provarmi una gonna nera, che assomiglia a quella che indossa la Cortellesi quando fa l'imitazione della Santanchè.
I capelli li volevo già tagliare nei giorni scorsi, poi mi sono ammalata e adesso guardandomi allo specchio li vedo troppo lunghi. Ma forse potrei lasciarli lunghi. No, meglio di no, poi non vorrei assomigliare davvero alla Santanchè con i capelli lunghi e sciolti
Domani ai capelli faccio un bel impacco di olio di semi di lino, poi vediamo di andare presto dalla mia parrucchiera e riprendere la mia consueta dimensione tricologica e quindi farmi il taglio in stile Bianca Berlinguer, molto più chic, molto più intrigante della Santanché.
Va beh, intanto li aspergo con questo spray ristrutturante che mi è costato uno sproposito,accidentaccio! Però è buono. Si, si è buono. Almeno mi pare...
E così è giunto il momento di ricominciare, ma senza fretta, eh?!

05 febbraio 2011

Computer: istruzioni feline per l'uso


1) quando la vostra "tata" indugia innanzi allo schermo, per ricordarle che le volete un gran bene, non esitate saltare sulla scrivania, digitando la tastiera con le zampine. Il suo direttore amministrativo passerà notti insonni a decifrare cosa significa sdhtfdfdggggggggggggggdsssfdgghfsdsssssssssssssdsrtesxczzzzzzzsss

2)provvedete per far precipitare ripetutamente a terra il mouse, spingendolo con le vostre zampette. La vostra "tata" sarà capace di raccoglierlo anche 4 o 5 volte di fila. Di sicuro vi solleverà di peso dalla scrivania, per levarvi di torno: mentre lei è china a raccogliere il mouse che è cascato chissà dove, approfittate per riprendere la vostra postazione, saltando con un doppio balzo, prima sulla schiena di lei e poi sulla tastiera.

3) quando vi siete stancati di giocare con il mouse, passate senza indugio al portapenne. Se riuscite a rompergli quello in ceramica che le ha regalato sua suocera, la vostra "tata" ve ne sarà grata.

Ogni tanto si rompono anche i mouse a forza di gettarli a terra, quindi per mezza giornata resterete senza giochino. La "tata" andrà in crisi d'astinenza da internet, mentre suo marito potrà finalmente comperare il nuovo mouse che sognava, di cui lei diceva che non c'era assolutamente alcun bisogno.

4)fate attenzione in modo che le penne che gettate a terra s'infilino esattamente nell'angolo tra il muro e la scrivania, così che per raccoglierle la vostra tata, inizierà a chiamare a gran voce il marito, per farsi aiutare a spostare la scrivania.
Il ritrovamento di 3 o 4 accendini nell'angolo remoto della scrivania darà luogo a una discussione su chi è che li perde sempre.

5)una volta rimessa a posto la scrivania, dedicatevi al filo della stampante: una volta che sarete riusciti a scollegarlo, la vostra "tata" chiamerà suo marito per dirgli che la stampante non funziona. Lui si spazientirà, rimarcandole che è pigra a sbrigare queste faccende da sola e lei gli risponderà che l'ha sposato proprio affinché fosse lui a cavarla dagli impicci con il computer. Mentre i due discutono approfittate per reclamare a gran voce la vostra pappa, strusciandovi alle gambe di uno dei due. Si rimbeccheranno l'un l'altra l'accusa di avervi viziato.



6)Le casse audio sono sempre un ottimo posto per farsi le unghiette.

7)Se la vostra "tata" opta per la scelta di starsene comodamente seduta sul divano, procuratevi un socio, va bene un altro gatto o comunque anche un cane con libero accesso al divano, in modo che si vada ad addormentare acciambellato sul fianco della vostra" tata", la quale dunque resterà semi paralizzata nel timore di svegliarlo. Voi invece piazzatevi direttamente tra la tastiera e lo schermo e dormite un lungo sonno saturnio.

Al risveglio fatte un salto sulla tastiera e scalzate di peso la lettera "V".

dedicato a Bino

Qualcuno le regali un calendario! sottotitolo produci, consuma, crepa!

Ieri ha tuonato la Marcegaglia Emma, che si, va bene festeggiare il 17 marzo, ma per carità, facciamolo sui posti di lavoro, che troppi giorni liberi inficiano la produzione industriale!
Peccato che quest'anno il 25 aprile cada per il lunedì di Pasquetta e il primo maggio, sfiga delle sfighe, cade di domenica.

Se vogliamo mettere l'economia al primo posto, come sempre, d'altro canto capisco che festeggiare il 150enario di un Paese allo sfascio e allo sbagascio non sia poi così edificante, non dobbiamo dimenticare che c'è anche chi con turismo ci lavora e dunque ci vive.
E due giornate di festa bruciate in una domenica, pesano eccome.
Peccato che i tiggì che hanno raccolto l'auspicio della Marcegaglia, si siano dimenticati di sottolinearlo.

bouquet

Insalata, fiore di lychins coronaria e fiore sfiorito di rosa Rio Samba.

La lychnis coronaria è un'erbacea che coltivo con fortune alterne. Molto alterne. L'unico esemplare che mi è rimasto, è sopravvissuto ad un assaggio della mia asina Rosita.
La Rio Samba invece è una rosa fantastica, il suo fiore è spettacolare perfino anche quando è stazzonato.


04 febbraio 2011

Montemarcello, piazzetta della chiesa.
































Il borgo di Montemarcello sorge sul promontorio del Caprione, in provincia di La Spezia.
E'un paesino delizioso, ma ancora più affascinante è il reticolo di sentieri che lo circonda, che scendono a mare, verso il Golfo dei Poeti, oppure si snodano verso il fiume Magra, affacciandosi innanzi all'omonima valle e allo spettacolo delle Apuane. I sentieri del Caprione, si aprono tra pini d'Aleppo, corbezzoli, roverelle e tante altre piante della macchia mediterranea.
Il paese di Montemarcello prende il nome dal console Marco Claudio Marcello che nel 155- 152 a.C. celebrò il trionfo sui Liguri Apuani, gli originari abitanti di questa terra, che la conquista da parte di Roma, costrinse alla deportazione nel Sannio.
Nella sezione epigrafica del vicino Museo Archeologico Nazionale di Luni è custodita un'iscrizione, un elogium su cimasa di base di marmo, in onore del console che ha segnato così profondamente la storia del mio territorio.
Tanti dei miei concittadini ignorano quello che è stato il nostro passato, non sanno che nelle nostre montagne, nella nostra dolce pianura, si è consumata una guerra di conquista, che non ha risparmiato bambini, donne, vecchi: una vera e propria pulizia etnica che è culminata della deportazione di 40.000 persone.
Questa tragedia è lontana anni luce dall'armonia che permea oggi il paesino di Montemarcello, ma è sufficiente uscire dall'abitato e perdersi un po'per i sentieri, scorgere dall'alto la piana della Val di Magra, per capire come mai i Romani hanno voluto a tutti i costi conquistare il Porto della Luna, anche a prezzo di una guerra crudele e decennale.

La sapienza greca

A coloro che entrano negli stessi fiumi continuano ad affluire acque sempre differenti.
E le anime peraltro esalando dalle cose umide.

Eraclito, 14, A 44,
in La Sapienza greca, di Giogio Colli , Adelphi 1993

dalle note di Colli :il fr. non prova il divenire (unità nel diverso), ma il contrario, cioè pluralità nell'apparente unitario.


dalle note di Sara: questo è un omaggio a Giorgio Colli, tratto da quella che presumo sia sta la sua ultima opera.
Giorgio Colli è mancato prematuramente nel 1979, io sono entrata nella Facoltà di Filosofia di Pisa dove lui aveva insegnato, molti anni dopo e nondimeno ho avvertito la stima, l'affetto, la memoria, da parte di quanti l'hanno avuto come collega, amico e maestro.
In modo particolare, ricordo il prof. Campioni che nel 1990-91 tenne il corso di Filosofia moderna e contemporanea, dedicandolo in grandissima parte alle dinamiche storiche dell'esegesi delle opere di Nietzsche , curata appunto dal Colli e da Montinari per Adelphi.

03 febbraio 2011

MODA

Parlavo ieri di MODA. Bene inteso non di moda come cambiamento del gusto, ma con riferimento alla rivista che Vittorio Corona diresse mirabilmente negli anni '80.
Ricordo il primo numero che acquistai, nel settembre del 1987, che ritraeva in copertina Greca Scacchi: uno schianto! Con i capelli biondi, leggermente ondulati, raccolti sulla nuca, indossava un abito bianco, drappeggiato e aderente, da sirena e aveva sul viso degli occhiali dalla montatura nera che le davano un'aria ironica e chic al tempo stesso.
Adoravo quella rivista. La portavo al liceo e la sfogliavo insieme alle mie compagne di classe, durante all'intervallo, quando ci sedevamo sugli scalini innanzi a quello spiazzo che faceva un po'da giardino, un po'da parcheggio.
E sedute nel sole, commentavamo le magliette della Best Company, ma soprattutto passavamo in rassegna la bellezza sana e assoluta delle modelle.
Le modelle di quel periodo, almeno per come me le ricordo io su MODA, erano divine.
Le foto rimandavano immagini di donne forti, perfette, siderali. Erano gli anni di una leggenda vivente come Newton.
Sicuramente quella rivista rifletteva un'Italia molto più ricca di quella odierna. Però MODAera qualcosa di più di un giornaletto frivolo.
Donata Kalliany scriveva dei reportage memorabili dissacrando l'umanità varia che incontrava, ma faceva anche molta autoironia su se stessa. Io leggevo e rileggevo i suoi pezzi. E d'estate, portavo la rivista in spiaggia e anche lì, come al liceo, letture collettive e commenti, su un'Italia che cambiava anche nei costumi sessuali. E MODA ha contribuito senza scandalo, senza i provincialismi pruriginosi dei media odierni, a far recepire quel passaggio, compreso l'affermarsi delle differenze di genere.
Poi c'era gli editoriali di Vittorio Corona, padre del famigerato Fabrizio, un giornalista che non risparmiava critiche feroci al quel mondo "dell'apparenza" di cui paradossalmente il giornale che lui dirigeva era proprio la massima espressione.
Adoravo quegli editoriali!
Con la fine della direzione di Corona, sono finite anche le fortune di quella pubblicazione di cui lui era l'anima. Il resto mi sembra di ricordare che per lui ci fu un passaggio fin troppo veloce nella tv dell'Editore, con cui mi pare ebbe qualche incomprensione.. Poi l'impresa "La Voce" con Montanelli, che non credo che abbia incontrato buona sorte.
Ma intanto era già nata un'altra Italia, quella in cui viviamo ancora oggi.

Incontro

DSC02984

Sarzana, estate 2010, La soffitta nella strada, rassegna nazionale di antiquariato.

Sarzana, chiesa di Sant'Andrea-particolare

DSC02319

02 febbraio 2011

Il lavatoio di Vinca

(questa è una storia che ho già scritto, però il blog in questi ultimi mesi è cresciuto, insomma, lo scorso anno l'ha letta solo Ernest, quindi so che mi perdonerà se la ripropongo. E se la leggerà Maresco, si farà tante risate perché conosce i luoghi e il carattere delle persone che descrivo)

A Vinca c'era un lavatoio. C'era anche un artigiano che faceva i bastoni, piegando il legno con il calore del fuoco, un altro che con le radici degli alberi, ripulite e pennellate di copale faceva bellissime e originali sculture. E una signora che faceva deliziose occhette (anatre?) in miniatura all'uncinetto, adoperando fili dai colori vivaci, come il celeste e l'arancio. Io imparai a farmi i cappelli da squaw con le foglie di castagno.
Non andavo ancora alle elementari e passai la mia vacanza là con la mia famiglia, i miei zii e i miei adorati cugini Gianni e Paolo.
Andavo al lavatoio ed era come un gioco, sotto il sole estivo. C'erano tante donne al lavatoio e l'acqua era bianca dal sapone. La gogna che ti faceva andare di bocca in bocca, era farsi scivolare il sapone giù, dentro il vascone, ma le donne si erano attrezzate con un bastone munito di un chiodo sulla punta e così cerca e ricerca, a tentoni nell'acqua bianca, magari il sapone lo ritrovavi.
Non aveva credo nessuna peculiarità il lavatoio, me lo ricordo di cemento, un po'sciupato in alcuni punti forse, ma non l'ho mai più dimenticato.
Tante volte mi è venuta voglia di tornare a Vinca, ma non so perchè c'è stato sempre qualcos'altro da fare. Fino allo scorso anno, ed è stato un caso. Accompagnavo il mio amico Hubertus in giro per il Comune di Fivizzano e quando ho visto il cartello che segnalava Vinca, sono diventata incontenibile "Si! andiamo a Vinca! andiamo a Vinca!".
E così andammo a Vinca e Hubertus guidò a lungo nel cuore del parco delle Apuane, fino a che arrivammo e per prima cosa vidi un cassone enorme di cemento, una cosa che non so spiegare, ma quello non era il mio lavatoio! O si?
E Hubertus proseguì per andare a parcheggiare sotto i castagni, a margine della strada, praticamente all'imbocco dell'abitato. E così debuttammo a Vinca, lui così palesemente tedesco,di Monaco, con quella macchina d'epoca, l'antenata della Duetto e io con i tacchi alti e un vestitino a fiori, piuttosto italica direi. Ai lati della strada, sotto i castagni, vecchie sedie comunitarie ad uso di chi volesse prendere un po'il fresco e vedere chi passa. E ci guardavano tutti.
Io avanzai verso una signora anziana, seduta sullo scalino di casa e le chiesi del lavatoio, cioè se quella bruttura che avevo visto era il mio lavatoio. E lei attaccò a inveire contro il nuovo lavatoio, se non che io rincarai la dose e anche per rassicurarla che io non ero una "furesta" mi feci riconoscere esclamando nella nostra lingua ligure apuana:"quand'a ni nè, a ni nè!".
Con gli occhi di tutti addosso, iniziammo a girare il paese di Vinca, Hubertus per la verità molto controvoglia, lui che ama l'Italia dai tratti rassicuranti e gozzaniani, i caffè, le dimore patrizie, i cipressi, si sentiva a disagio in mezzo a quegli sguardi che per lui erano selvatici e ostili.
Gli feci un breve cenno ad un clamoroso eccidio compiuto dai tedeschi proprio a Vinca durante la seconda guerra mondiale, quasi a giustificazione di quell'atmosfera sfavorevole che lui avvertiva e lui mi rispose "ma lo sanno questi che la guerra che è finita da un po'?", ma io ero troppo presa dalla voglia di perlustrare il paesino dei miei ricordi, arrampicata sui tacchi e me lo trascinai dietro su e giù per i sentieri fatti a scalette.
E rividi la casa dove ero stata un tempo e pure le scale dove sedeva la signora che faceva le occhette all'uncinetto. Mentre Hubertus, che pure è uno che ha viaggiato nei luoghi più remoti del mondo, diceva che gente così selvatica non l'aveva mai incontrata. E io invece era come se fossi tornata a casa, nel grembo più intimo e incontaminato della Grande Madre Apua. E tanto il mio amico era infastidito, quanto io ero come inebriata.
E arrivammo al lavatoio. Tre donne anziane sedute sullo scalino lì accanto. E ci girai intorno, lo toccai, ma non era più il mio lavatoio!
Era un cassone dove l'acqua avanzava verso il bordo! Come si faceva a lavare i panni lì dentro? Non c'era l'acqua bianca che ricordavo io, ma un' acqua quasi ferma, quasi morta, quasi marrone. Nessuno lavava più i panni lì dentro!
Attaccato al muro un pannello a descrizione della sapiente opera di restauro del lavatoio finanziata, mi pare con fondi comunitari.
Ero sgomenta. Cercai conforto con dalle tre signore anziane; mi dissero che l'affare non drenava bene, insomma l'acqua non scorreva via "e tocrì usar l'architeto chi l'ha fat'per stappar' 'l buc'" insomma pure loro erano molto arrabbiate.
Al ritorno, in auto, passammo innanzi a un cippo che segnalava che nei secoli, si erano arrampicati fin là a far danni i Romani prima, poi i Saraceni, poi i nazisti.
Nemmeno nel cuore delle Apuane si può star tranquilli.
Povera Vinca, povero il mio lavatoio!

Bergenia

DSC02361

Le piante più comuni hanno quel destino strano di assumere, loro malgrado, i nomi più curiosi.
La bergenia dalle mie parti viene chiamata Barba di Giove.
La bergenia è una di quelle piante che pianti a casaccio in un angolo di giardini, abbandonata a se stessa, e nondimeno è capace di ricambiarti andando a fiore nei periodi più difficili dell'anno.
Son tutti buoni a far fiori d'estate!

Pietre di Luna (Pachyphytum oviferum)

au3123700

agostinismo giardinicolo

Cose risapute.
Dio ha messo Adamo ed Eva nel giardino dell'Eden.
Quindi di fatto, il primo giardiniere, salva semper omni reverentia, è stato il Padre Eterno.
E'significativa la scelta del Creatore, che non ha messo i primi due umani in una reggia sfarzosa, in un edificio zeppo di arazzi, pietre preziose, con rifiniture extralusso etc.
Nossignori, lo sappiamo tutti, li ha messi in un giardino!
Non ci è dato di sapere se nel giardino in questione ci fossero afidi o tentredini. Di sicuro l'oidio (mal bianco) e tutte le malattie fungine sono conseguenze del peccato originale.
Ho sempre pensato, scorgendo i fiori di campo,che crescono ai margini delle strade, come se i semi fosse sparpagliati da una mano generosa, che a Dio piaccia molto fare giardinaggio.
Forse in modo inconsapevole, per noi giardicoli, coltivare fiori, curare un giardino, con tutte le imperfezioni possibili della dimensione sublunare, è anche, tra le tante cose, un tentativo mortale, per ricreare quella dimensione originaria, che era nostra e che abbiamo irrimediabilmente perso.

01 febbraio 2011

Jeffry il dalmata.... VUOLE USCIRE! Sta impazzendo!

Jeffry il dalmata.... VUOLE USCIRE! Sta impazzendo!
Sul sito dell'associazione si dichiara che i loro cani sono adottabili in tutta Italia.

Quando mi sarà passata l'influenza...

andrò a comperare nuovi bulbi di lilium.
Se tanto mi dà tanto.
Photobucket
nel frattempo subisco questo male stagionale, che credo comunque sia connaturato alla mia struttura, quando arrivo ad un certo punto dell'anno in cui ho esaurito tutte le riserve di sole, accumulate molti mesi prima.
Già febbraio mi invita ad essere ottimista: nella seconda metà del mese poterò le mie rose.
Intanto il tempo di questi giorni mi scorre sempre uguale a se stesso, tra il rito dell'aereosol e un'iniezione di antibiotici, e il cibo leggero, ma pochissimo, perché il mio medico cura qualsivoglia problema di salute con una ferrea dieta. Anche se ti fa male un piede lui ti mette a dieta.