Sono passata a cercarla oggi, ma ho visto che non c'era. Ho chiesto a un tale che era seduto lì accanto a lei, nei mesi scorsi, quando l'inverno si avvicinava e lei si raggomitolava nella sua coperta: un libro in mano e il suo cane accanto.
Mi dispiaceva vederla così. Fin dal nostro primo incontro, la scorsa estate, mi era apparsa una persona speciale, una che vedresti bene in un negozio o a gestire un locale. Uno sguardo vivo, intelligente, modi garbati, tantissima dignità. Salute, si vedeva, un po' compromessa. Forse un incidente, o altro. Una lesione palese.
Le ho portato qualche numero di Elle da leggere: che lo so che sembra assurdo, però secondo me, quando si vive la strada, quando si campa di spiccioli altrui, è importante avere qualcosa che ti ricorda che sei una donna, che un giorno ti truccavi e che magari ritornerai a fare la vita normale di un tempo.
Un giorno le ho chiesto come potevo aiutarla.
Mi ha risposto che sognava una casa, una porta, anche un garage, da chiudersi dietro alle spalle, per lei e il cane. E che aveva chiesto a tutti.
Sopravvissuta chissà come a quelle notti pericolose, in cui, mi diceva lei, anche la polizia aveva paura ad avvicinarsi in zona. Sopravvissuta all'alluvione. Il cane ha avuto come strascico una congiuntivite.
Non ho mai saputo il suo nome. Nell'imbarazzo di darle una moneta "per offrirle un caffè", non ci siamo mai scambiate i nomi. E oggi non c'era! Dopo giorni che non passavo di là, avevo già in tasca "il caffè" pronto. Ed è così che ho saputo, da quel suo compagno di strada e di solitudine, che finalmente ha trovato la sua casa!
E lui mi ha pure raccontato che era stata una lunga malattia a farle perdere la vita che aveva una volta, la perdita del lavoro, lo sfratto. Che potrebbe capitare a ognuno di noi "normali" a pensarci bene.
Ma adesso sono contenta per lei, perchè spero che possa ricominciare!